I ballottaggi di per le amministrative 2018 confermano quello che già si era capito il 10 giugno scorso. Il centrodestra stravince quasi dappertutto. In Toscana, con sindaci eletti a Massa, Pisa e Siena, ma conquista anche Sondrio Viterbo e Terni che vanno ad aggiungersi a Treviso, Vicenza e Catania già conquistate al primo turno per un totale di nove città.
Il centrosinistra si conferma ad Ancona, si riprende il municipio III di Roma Capitale con il neopresidente Giovanni Caudo, ma conta sindaci eletti solo negli altri capoluoghi di Brindisi, Teramo e Siracusa oltre a Brescia, dove l’uscente Emilio Del Bono l’ha spuntata al primo turno.
La sconfitta del centrosinistra è evidente con dati alla mano. Alle amministrative del 2013 presero 15 dei 20 capoluoghi andati alle elezioni a giugno, oggi ne ha in mano solo cinque. Il M5s strappa Avellino al centrosinistra, ma perde la ‘sua’ Ragusa contro un civico e non ce la fa neppure a Terni dove la sfida era contro il centrodestra. In compenso, nelle città più piccole, i penstatellati gioiscono della vittoria a Imola, altro storico simbolo del governo di sinistra sul territorio, e mantengono Pomezia (Roma) nonostante i dissidi interni con l’ex primo cittadino pentastellato Fabio Fucci, fuoriuscito e poi ricandidatosi contro i suoi ex colleghi di partito in polemica con le regole sul limite dei mandati. Tra le città più piccole il M5s conquista anche Acireale e mantiene Assemini.