Negli ultimi cinque anni l’Isis è stata capace di reclutare centinaia di combattenti dall’Europa. Ma anche Israele non è stata indenne a questo reclutamento. Almeno 20 israeliani sono diventati combattenti nelle fila dei terroristi e due di loro si sono anche convertiti dall’ebraismo all’Islam.
Fin da quando l’Isis è nata le forze di sicurezza israeliane hanno mantenuto alta l’attenzione su coloro che si erano uniti ai combattimenti delle fila dei terroristi islamici. Il Ministro dell’Interno Aryeh Deri ha proposto un emendamento alla Costituzione per permettere di togliere la cittadinanza agli israeliani che mettono in pericolo la sicurezza nazionale.
Ora quindi il Governo di Israele può togliere la cittadinanza a qualsiasi israeliano anche se fuori dai confini nazionali. La legge emendata è entrata in vigore questa settimana e Shin Bet ha mandato al Ministro dell’Interno i nominativi dei 20 israeliani che si sono uniti, di recente, nei combattimenti in Syria, due dei quali sono nati a Gerusalemme ed immigrati dall’ex Unione Sovietica. Entrambi convertiti all’Islam sono stati registrati come musulmani nell’anagrafe nazionale, prima di partire e combattere al fianco delle fila dell’Isis.
Un’altra persona che si è unita all’Isis è un arabo israeliano di Fuerdo che aveva servito come soldato combattente della Difesa israeliana. Ad un certo punto della sua vita ha deciso di unirsi all’Isis. I restanti nominativi sono tutti arabo israeliani. Si stima che nel corso degli anni circa 60 israeliani, la maggior parte arabo israeliani si sono uniti all’Isis. Molti sono morti ammazzati, altri sono rientrati in Israele ed arrestati.