(Nicola Simonetti) Il corto “La faim va tout droit”, coproduzione italo-franceseper la regia di Giulia Canella, che racconta l’anoressia da un inusuale punto di vista maschile, vince il Premio Città di Latina al Festival di corti “Filmdipeso”.
Lo Short Film Festival, “Filmdipeso” a Latina (III edizione promosso dal Bariatric Center of Excellence, Sapienza Università di Roma Polo Pontino e dal Comune di Latina in collaborazione con Amici Obesi onlus, Associazione Italiana Lotta all’Obesità e Villa Miralago, con sostegno non condizionante di Johnson&JohnsonMedicalSpA e Novo Nordisk) vuole abbattere i pregiudizi sull’obesità – patologia sociale che colpisce 7 milioni di italiani – e sui disturbi alimentari e sensibilizzare la popolazione.
Charles, il giovane protagonista, guarda la propria immagine allo specchio e tenta di scappare dalla drammatica anoressia e da una relazione malata con il cibo, immaginando una dolce storia con Bijoux.
Campi larghi, fissi e tanto silenzio per questo piccolo film che parla d’amore e solitudine e che denuncia, con delicatezza da brividi, il dramma invisibile di tanti giovani.
I disordini alimentari (anoressia, bulimia nervosa, ortoressia, ecc) sono, oggi, una vera e propria emergenza e che preoccupa per l’attentato alla salute psichica e fisica e le gravi conseguenze che ne derivano coinvolgendo specialmente adolescenti e giovani adulti.
Disturbi, tutti, che, se non tempestivamente presi in carico e trattati da equipe medica, psicologica, psichiatrica, comportamentale, clinica, possono aggravarsi fino a cronicizzarsi e portare a suicidio oppure a morte, in genere, per arresto cardiaco.
Alla base del disturbo: fattori biologici, genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici, oltre ad una spinta, non secondaria, da parte di media, moda con i suoi “canoni estetici” e dintorni. Da non sottovalutare il ruolo determinante rappresentato da situazioni molto traumatiche (violenze sessuali, tragedie familiari, abusi, ingiustizie subiti anche sul lavoro).
Il comportamento anomalo può generare: danni permanenti dell’apparato digerente, disidratazione, alterazioni di gengive, denti, ossa, emorragie interne, cardio-, epato-, nefro-patie, coinvolgimento psichico di vario grado, ipotermia, ipo oppure ipertensione.
Le ripercussioni psicologiche, invece, comportano depressione, basso livello di autostima, senso di vergogna e colpa, difficoltà a mantenere relazioni sociali e familiari, sbalzi di umore, tendenza a comportamenti manichei e maniacali, propensione al perfezionismo.
Sintomi e caratteristiche
I disordini alimentari comprendono numerose condizioni diverse. Le più note e comuni sono anoressia e bulimia nervosa.
Anoressia nervosa
L’anoressico è classificato tale quando, a seguito del proprio rifiuto di assumere cibo, scende sotto l’85% del peso normale per la propria età, sesso e altezza. Il soggetto diventa progressivamente ossessionato dal rifiutare il cibo (a volte mangia e poi si auto provoca vomito) da farne interesse principale di vita escludendo ogni altra attrazione.
“Quest’anno – dice Gianfranco Pannone, presidente della Giuria – abbiamo premiato un film italiano ma coprodotto in Francia, un film australiano e un film britannico. Dunque, una terza edizione del Festival che si connota per il profilo internazionale e Possiamo dire che l’ambizione di fondere scienza medica e linguaggio cinematografico è riuscita, sublimata stavolta dalla location destinata alla proiezione delle opere”.
Le opere premiate
“La faim va tout droit”, coproduzione italo-francese, girato dalla regista, Giulia Canella, ha vinto il primo Premio “Città di Latina” perché, si legge nella motivazione, il film, a prescindere dai mezzi produttivi, è capace di centrare con forza la tematica dell’anoressia e declinarla inusualmente al maschile avvalendosi dell’eccellente prova interpretativa e restituendo con dolorosa grazia un orizzonte autoreferenziale, spia permanente del disagio.
Ari, una produzione australiana per la regia di Alex Murawski, ha ricevuto il Premio speciale della Giuria e racconta quanto sia difficile essere un bambino e ancora di più essere se stessi ed accettarsi, trovando il coraggio per farlo nonostante le difficoltà. Un corto efficace per la semplice proposta, con tante capacità evocative attraverso il volto e la fisicità del giovane protagonista, che esprime il senso di diversità che ognuno di noi può aver provato.
Food for Thoughts del regista italiano Davide Gentile, che vive a Londra, prodotto dalla Davide Gentile/Banjo Eyes Film, ha ricevuto una Menzione speciale. Il cortometraggio denuncia come la sedentarietà e il comfort food rendano la nostra vita più comoda ma inesorabilmente più malsana. Un saggio di cinematografia virtuosa e matura, questa la motivazione degli esperti, capace di restituire il tema del junk food con eccelsa capacità espressiva, forte di uno straordinario cast e dimostrando un accuratissimo dominio dei linguaggi formali”.