La Repubblica riporta che le autorità italiane avrebbero fatto pressioni su Panama perché revocasse l’iscrizione dai registri navali alla nave Aquarius. Sos Méditerranée e Medici Senza Frontiere si dicono “sconvolte” dall’annuncio dell’Autorità marittima del Paese che ha detto di essere stata costretta a revocare l’iscrizione dell’Aquarius dal proprio registro navale “sotto l’evidente pressione economica e politica delle autorità italiane”. Secondo le due organizzazioni, “questo provvedimento condanna centinaia di uomini, donne e bambini, alla disperata ricerca di sicurezza, ad annegare in mare e infligge un duro colpo alla missione umanitaria di Aquarius”.
Sabato 22 settembre, scrivono in una nota Msf e Sos Méditerranée, il team a bordo di Aquarius è rimasto scioccato quando ha saputo che le autorità panamensi avevano informato ufficialmente Jasmund Shipping, il proprietario della nave, della richiesta delle autorità italiane a prendere “azioni immediate” contro l’Aquarius. Nel messaggio ricevuto dall’Autorità marittima di Panama, si legge che “sfortunatamente è necessario che l’Aquarius sia esclusa dal nostro registro perché la sua permanenza implicherebbe un problema politico per il governo e per la flotta panamense in direzione dei porti europei”. Questo messaggio è arrivato nonostante l’Aquarius abbia completato con successo tutte le procedure di registrazione, essendo conforme agli standard elevati previsti dai regolamenti marittimi di Panama.
La denuncia punta il dito contro “azioni che dimostrano fin dove il governo italiano voglia spingersi, mentre la sola conseguenza è che le persone continueranno a morire in mare e che nessun testimone sarà presente per contare i morti”. Le notizie dell’Autorità marittima di Panama sono arrivate mentre le équipe a bordo dell’Aquarius erano impegnate in un’operazione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo Centrale. Nelle ultime 72 ore, Aquarius ha aiutato due imbarcazioni in difficoltà e ora ha 58 persone a bordo, molte sono psicologicamente provate e affaticate dalla traversata in mare e dalle esperienze in Libia. “L’Aquarius – continua la nota – ha sempre agito in piena trasparenza operando sotto il coordinamento di tutti i centri marittimi competenti e nel rispetto delle leggi marittime e delle convenzioni internazionali”.
Intanto, il ministro dell’Interno Matteo Salvini attacca su Facebook Aquarius2. “Denuncerò per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina chi aiuta gli scafisti. Nelle ultime ore i trafficanti hanno ripreso a lavorare, riempiendo barchini e approfittando della collaborazione di qualche Ong. Tra queste c’è Aquarius 2, che poco fa ha recuperato 50 persone al largo di Zuara”, scrive in un post.
“Altri due gommoni – ha affermato Salvini -, con a bordo 100 immigrati ciascuno, sarebbero in navigazione. Pensare che, dopo il caso Diciotti, le partenze dalla Libia si erano azzerate! Aquarius 2 ha intralciato il lavoro della Guardia costiera libica, ignorando le indicazioni. Secondo alcuni quotidiani, Aquarius 2 sta per essere cancellata dai registri navali di Panama (dopo aver subìto la stessa decisione da Gibilterra) perché ‘è illegale e non rispetta le procedure’. Anche l’altro giorno si era rifiutata di collaborare con la Guardia costiera libica. Possono cambiare nome e bandiera altre mille volte: ma per questi signori i porti italiani restano chiusi”.
Dall’inizio dell’anno, oltre 1.250 persone sono annegate mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo centrale. “Il numero reale di morti è probabilmente molto più alto – aggiungono le Ong – dal momento che non tutti i naufragi sono stati assistiti o registrati dalle autorità o dalle agenzie dell’Onu. Lo dimostra il naufragio ai primi di settembre al largo della costa libica in cui si stima che almeno 100 persone siano annegate”. Secondo i calcoli di Msf e Sos Méditerranée, “coloro che tentano la traversata hanno tre volte in più la probabilità di annegare rispetto a coloro che ci avevano provato nel 2015”.
“Nel frattempo, la guardia costiera libica, supportata dall’Europa, aumenta il numero di respingimenti nelle acque internazionali, tra l’Italia, Malta e la Libia, che negano ai superstiti il loro diritto di sbarcare in un luogo sicuro come stabilito dal diritto internazionale marittimo e dei rifugiati. Al contrario, queste persone vulnerabili vengono riportate in condizioni spaventose nei centri di detenzione libici”. Medici senza frontiere e Sos Méditerranée chiedono all’Europa di permettere all’Aquarius di continuare la sua attività nel Mediterraneo, facendo sapere alle autorità panamensi “che le minacce del governo italiano sono infondate”. Chiedono, infine, di garantire al più presto alla nave una nuova bandiera per poter continuare a navigare.