“Arcelor Mittal riduce il numero dei lavoratori in azienda e informa nel pomeriggio i sindacati. In serata altre comunicazioni ai lavoratori fatte per telefono. Gestione arrogante e strafottente. Chiediamo incontro urgente al Governo”
Così in una nota Franco Rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto: “Da oggi una riduzione della produzione nello stabilimento siderurgico con la fermata di diversi impianti: PLA dal 17 maggio, Decapaggio da oggi, Decatreno da sabato, Zincatura 2 non ripartirà come previsto il 18 maggio, per Tna2, al momento fermo per manutenzione, Arcelor Mittal darà ulteriori comunicazioni.
Arcelor Mittal ferma dunque alcuni impianti e riduce il numero dei lavoratori in azienda con ripercussioni per la sicurezza e per l’ambiente, portando il numero delle unità lavorative al di sotto di quel limite che aveva in precedenza definito invalicabile. Dunque fa oggi quello che avevamo chiesto nel recentissimo passato per ridurre il piú possibile il contagio da Covid-19: limita le presenze in azienda senza specificarne i motivi. E’ chiaro che un simile atteggiamento genera il pericolo di disordini all’interno dello stabilimento in un momento già di per sé complicato.
Dopo la comunicazione ufficiale fatta ai sindacati nel pomeriggio, in serata l’azienda, con modalità peraltro anomale (con telefonate), ha informato altri lavoratori della decisione di tenerli a casa.
A questa azienda si concede ogni cosa, dice tutto e poi il contrario senza che nessuno lo faccia notare e pesare. Altro chiaro esempio di ciò: per quel che riguarda la produzione di ghisa, Pascucci, direttore dello stabilimento e Ferrucci, capo del personale, meno di un mese fa, hanno dichiarato, alla presenza del Prefetto, che 8.500 tonnellate rappresentavano il livello minimo per garantire la sicurezza degli impianti; allora non si comprende come oggi si possa essere sotto le 7.500 tonnellate al giorno.
Inoltre continua a crescere il numero dei licenziati, anche negli ultimi tempi diversi lavoratori hanno ricevuto la comunicazione da parte dell’azienda che tra l’altro adduce futili motivi; alto anche il numero dei cassintegrati. Da qui si deduce la strafottenza dell’Ad di Arcelor Mittal e degli altri dirigenti, che sono la coerente espressione di un’azienda che, a nostro avviso, non ha alcuna intenzione di onorare gli impegni presi col Governo, che ancora non paga le ditte dell’appalto e che continua in ogni modo a dettare legge, non rispettando neanche le Istituzioni”.