(di Andrea Pinto) Lo scopo era la costituzione di un gruppo ben addestrato di “mercenari” da reclutare preferibilmente tra militari e poliziotti appena andati in pensione. Obiettivo? Combattere nello Yemen per conto dell’Arabia Saudita. Le autorità giudiziarie, e di polizia, con la collaborazione dei servizi di intelligence, sono riuscite a stringere il cerchio e porre in arresto due ex soldati tedeschi a seguito di un blitz nella città di Monaco e nel distretto sud-occidentale di Breisgau-Hochschwarzwald, vicino alla Svizzera. Un comunicato stampa del governo ha reso noti, parzialmente, i loro nomi “Arend-Adolf G.” e “Acim A.”. L’accusa è pesante: “terrorismo”, la settimana prossima ci sarà l’udienza preliminare.
I pubblici ministeri del governo tedesco sostengono che i due capi mercenari stavano trattando con il governo saudita per il salario dei mercenari, circa 45.000 dollari al mese per i loro servizi. Una trattativa che ha però attirato l’attenzione del controspionaggio militare. I due ex soldati erano a capo di una organizzazione che prevedeva il reclutamento di un esercito composto di almeno 150 uomini con precedente esperienza militare o di polizia (forze speciali). Il loro obiettivo finale era quello di servire il regno dell’Arabia Saudita nel compiere azioni illegali nello Yemen.
La pratica di utilizzare i mercenari per compiere operazioni non legali è ormai diffusa in tutti i conflitti del mondo, un modo per nascondere i mandanti che spesso si identificano in Stati e Nazioni della sfera occidentale che siedono al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Un esempio fra tutti il coinvolgimento della compagnia privata russa Wagner (in molti sostengono al soldo del Cremlino) nella maggior parte delle zone instabili del mondo, dalla Siria alla Libia passando per l’Iraq, l’Afghanistan, l’Ucraina e la Bielorussia. Non da meno sono le compagnie private a stelle e strisce, la più nota è la Blackwater i cui soldati sono stati condannati nel 2014 per l’uccisione di 14 civili a Baghdad nel 2007.
Conflitto nello Yemen
L’Arabia Saudita è stata coinvolta nella guerra civile yemenita dal 2015. Il coinvolgimento di Riyadh mira a sostenere il governo dominato dai sunniti del paese contro i separatisti Houthi a maggioranza sciita. Il governo yemenita è sostenuto anche dagli Emirati Arabi Uniti e dal Qatar, anche gli Stati Uniti hanno contribuito allo sforzo saudita nella regione. Si ritiene che il movimento Houthi riceva assistenza dall’Iran. Oltre 100.000 persone, la maggior parte delle quali civili, sono morte finora nella guerra, che è iniziata nel 2014.
L’utilizzo dei contractor
Le ragioni per cui uno Stato decide di affidarsi a compagnie militari private sono diverse. La motivazione principale è l’intrinseco abbassamento del costo politico di una guerra o di una singola operazione. Anche solo affiancare il personale militare di un Paese con dei contractor consente di ridurre l’impiego di soldati regolari e, di conseguenza, anche il numero di possibili perdite tra quest’ultimi.
Campagne su vasta scala, come la guerra in Afghanistan e in Iraq, hanno portato il governo statunitense a ingaggiare compagnie militari private per fornire supporto alle proprie forze e raggiungere, quindi, il numero di effettivi necessario per le operazioni militari.
Il vantaggio principale è costituito però dalla possibilità di negare il proprio coinvolgimento nel caso in cui le missioni operate dai contractor dovessero fallire, o semplicemente andare storte.