La Polizia di Stato di Messina, nella serata di ieri, ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere, richiesta dalla Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, a carico di VIRGA Domenico, cl. `63, elemento di spicco di “cosa nostra” e, segnatamente, del mandamento di San Mauro Castelverde-Gangi, in quanto ritenuto responsabile, quale mandante, dell´omicidio di COSTANZA Francesco, soggetto gravitante negli ambienti della criminalità organizzata di Mistretta, commesso nella strada tra San Fratello ed Acquedolci nel settembre del 2001 a colpi di arma da fuoco, esplosi con una pistola cal. 7,65, e, successivamente, finito con alcuni colpi di pietra al capo.
La svolta delle indagini sull’evento omicidiario in parola, svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Messina, Sezione di contrasto alla Criminalità Organizzata e Catturandi, che consentì all’epoca di ricostruire compiutamente il circuito relazionale-criminale della vittima confermandone l’inserimento nel contesto malavitoso delle famiglie operanti al confine tra le province di Messina e Palermo, è arrivata dopo le recentissime dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia BARBAGIOVANNI Carmelo, inteso “U muzzuni”, attualmente detenuto, esponente della famiglia mafiosa cd. “dei batanesi”, riconducibile a “cosa nostra” ed operante principalmente sull´estremo versante tirrenico della Provincia di Messina. Il BARBAGIOVANNI, in relazione all’omicidio di COSTANZA Francesco, ha fornito una precisa descrizione del contesto in cui esso è maturato e delle efferate modalità di esecuzione, autoaccusandosi di tale azione criminosa. Secondo il narrato del collaboratore, a commettere l’omicidio di COSTANZA Francesco sono stati egli stesso e tale COSTANZO Sergio, assassinato nelle campagne di Centuripe (EN) nel 2010.
Secondo le evidenze investigative il movente dell´omicidio del COSTANZA è da ricercarsi nella circostanza che il predetto avesse richiesto a titolo di estorsione del danaro a ditte impegnate in lavori nel comprensorio territoriale insistente ai confini tra le province palermitana e messinese, alcune delle quali riferibili all´imprenditore Michele Aiello di Bagheria (PA), ritenuto vicinissimo al capo di cosa nostra Bernardo PROVENZANO e già implicato nella vicenda giudiziaria delle talpe in procura a Palermo che ha altresì visto il coinvolgimento dell´allora Presidente della Regione Siciliana, membri delle forze dell´ordine ed esponenti della sanità privata dell´Isola.
Il COSTANZA, quindi, formulò pretese estorsive nonostante fosse già stata effettuata la cd. “messa a posto” ed in seguito alle “lamentele” del suddetto imprenditore, GIUFFRE´ Antonino (inteso “Manuzza”, elemento di assoluto rilievo di cosa nostra palermitana, già capo mandamento di Caccamo e vicinissimo a PROVENZANO Bernardo) sensibilizzato in merito dal PROVENZANO, si rivolse al VIRGA per risolvere la questione il quale, a sua volta, interessò della cosa i referenti della famiglia mistrettese.
La Squadra Mobile di Messina, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura peloritana ha, quindi, avviato una serratissima attività di riscontro alle dichiarazioni del BARBAGIOVANNI, accertando come le stesse siano perfettamente sovrapponibili a quelle rese, circa 20 anni prima, dal citato GIUFFRÈ Antonino, collaboratore di giustizia, e, più di recente, da BISOGNANO Carmelo, uno dei più autorevoli rappresentanti della famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), avendo per anni ricoperto il ruolo di leader indiscusso di quella particolare articolazione del clan “dei barcellonesi” meglio conosciuta come gruppo “dei mazzarroti”.
I collaboratori hanno riferito del summit all´esito del quale fu decisa l’eliminazione del COSTANZA, svoltosi qualche settimana prima dell’omicidio in un casolare abbandonato sito in Tusa (ME). Alla riunione in questione presero parte elementi di assoluto rilievo delle famiglie mafiose operanti nella zona posta a confine tra le province di Palermo e Messina, ossia l´odierno arrestato, VIRGA Domenico (nipote del boss Peppino FARINELLA) per i palermitani, RAMPULLA Sebastiano (fratello del più noto Pietro, “artificiere” della strage di Capaci del ´92, deceduto) per i mistrettesi, BISOGNANO Carmelo per i barcellonesi e BARBAGIOVANNI Carmelo per i batanesi.
Peraltro, nel corso dell´incontro, i maggiorenti delle famiglie mafiose chiesero al COSTANZA spiegazioni sia in merito a somme di danaro da lui trattenute nonostante fossero destinate a compagini mafiose palermitane che alla richiesta del “pizzo” a ditte già “protette” dalle stesse. Non ritenendo convincenti le giustificazioni addotte dal COSTANZA, i presenti al summit lo congedarono perfezionando poco dopo il proposito di ucciderlo.
Presa la decisione di eliminare il COSTANZA, l´incarico fu “affidato” ai batanesi, ed il BARBAGIOVANNI commise l´omicidio in concorso con il COSTANZO Sergio.
L´omicidio del COSTANZA, in altri termini, fu deliberato dai vertici delle famiglie mafiose operanti tra le Province di Palermo e Messina per punire uno “sgarro” imperdonabile e per saldare i già esistenti rapporti tra le medesime consorterie criminali. Il COSTANZA aveva “disturbato” chi si era già messo in regola con le compagini malavitose dei luoghi ove vengono eseguiti lavori: realizzazione di strade interpoderali in agro di Mistretta.
L´Ufficio G.I.P. del Tribunale di Messina, accogliendo l´imponente quadro indiziario raccolto incrociando anche le dichiarazioni rese dai tre collaboratori di giustizia, per di più rese in un contesto temporale assolutamente diverso, ha emesso il provvedimento restrittivo nei confronti di VIRGA Domenico, reputandolo responsabile (quale mandante) dell´omicidio di COSTANZA Francesco, in concorso con RAMPULLA Sebastiano (mandante, ormai deceduto), BARBAGIOVANNI Carmelo (esecutore materiale e reo confesso) e COSTANZO Sergio (esecutore materiale, come detto anch´egli deceduto)
Per quanto sopra, nella serata di ieri, in Palermo, personale della Squadra Mobile di Messina, coadiuvato dall´omologa struttura investigativa del Capoluogo di Regione e con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, ha provveduto al rintraccio ed alla cattura del sunnominato VIRGA Domenico che, una volta espletate le formalità di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale di Palermo Pagliarelli, per ivi permanere a disposizione dell´A.G. procedente.