Come era previsto, l’Europa ha bocciato la manovra finanziaria dell’Italia per l’anno 2019. Punti particolarmente contestati sono la riforma delle pensioni, reddito di cittadinanza ed il conseguenziale aumento del debito pubblico.
La Commissione Europea ha dato al Governo italiano tre settimane di tempo per fornire chiarimenti sul disegno di legge di bilancio 2019, formalizzando la richiesta di ripresentare un progetto di Bilancio che rispetti le raccomandazioni espresse dal Consiglio europeo e tenga fede agli impegni assunti dall’Italia.
“Il governo italiano invii il piano il prima possibile non sfrutti le tre settimane nella loro totalità” ha dichiarato Pierre Moscovici, commissario per gli affari economici, intervenuto durante la conferenza stampa spiegando che “Il Governo non ha risposto a nessuno dei tre rilievi della lettera di Bruxelles su deficit, debito e prospettive di crescita, non si tratta di sfumature borderline, ma di una deviazione chiara, netta, riconosciuta e per qualcuno anche rivendicata”.
Della stessa opinione il commissario Dombrovskis, che ha commentato spiegando che la manovra presentata dall’Italia va “apertamente e consapevolmente contro gli impegni, e costringe la commissione Ue a rivedere la procedura di infrazione per debito eccessivo”.
La decisione del governo dell’Unione Europea era già nell’aria visto il contenuto delle lettere che in questi giorni si sono scambiati l’esecutivo europeo rappresentato dai commissari Dombrovskis e Moscovici, e il ministero del Tesoro italiano. La Commissione Europea, in sintesi, ha richiesto un nuovo Documento Programmatico di Bilancio ritenendo la manovra attuale una “deviazione significativa” dalla traiettoria concordata nella precedente legislatura sui conti pubblici, un cambio di rotta “non ammissibile” per un Paese come il nostro gravato da un debito pubblico che pesa per oltre il 130% del Pil.
Alla commissione risponde Giuseppe Conte difendendo la legge di bilancio ritenendola una “Manovra indispensabile per riportare l’Italia alla crescita” che ha inoltre affermato che “Non c’è un piano B” spiegando come nel disegno di legge di bilancio vi sia un tetto al deficit e che il governo è pronto ad operare una nuova “spending review”, se necessario, ma che la sostanza della manovra non cambierà.