Un dubbio era venuto lo scorso 7 ottobre quando abbiamo visto le scene dell’assalto dei terroristi appartenenti ad Hamas ai territori a ridosso della Striscia di Gaza. Umanamente, ammazzare a freddo donne e bambini inermi mentre dormono nelle loro case è quasi impossibile, va contro ogni legge dell’umanità. Semmai esistesse una coscienza, uccidere un altro essere umano è già di per se un atto che non può essere commesso in una situazione di lucidità perchè è contro natura, contro la propria etica e moralità. Altro discorso è, invece, quando si è costretti ad ammazzare perchè in guerra, ma anche in questo caso i reduci non vivono una vita facile perchè costretti a vivere e rivivere, per tutta la vita, con i propri personalissimi incubi di quello che hanno visto o commesso. Per questo motivo, per rendere l’assalitore invincibile contro le intrinsiche paure proprie di ogni essere umano dotato di coscienza e combattere i propri freni inibitori, l’utilizzo di droghe è diventato nella storia un rimedio ampiamente utilizzato.
Così è stato anche lo scorso 7 ottobre. A rivelarlo un’emittente israeliana, Channel 12. Una parte dei commando di Hamas sarebbe stato sotto effetto di droghe. E in particolare di una droga sintetica nota come Captagon.
Il Captagon, conosciuto anche come “la droga dell’Isis” o “cocaina dei poveri”, è uno stupefacente prodotto in Libano e Siria. Pillole di quel narcotico erano inoltre ancora nelle tasche di membri di Hamas rimasti sul terreno dopo i combattimenti, scrive l’Ansa. Il Captagon, secondo quanto riporta l’emittente, consente ai terroristi di compiere atti brutali rimanendo composti e indifferenti. Inoltre toglie l’appetito, aumenta l’attenzione e dona una sensazione di euforia. Questa droga verrebbe assunta dagli affiliati all’Isis prima di eseguire attacchi terroristici per reprimere la paura. La diffusione del Captagon nella regione risale almeno al 2006, durante la Seconda Guerra del Libano.
Le droghe nella storia delle guerre
Di anfetamine fecero largo uso, per esempio, i soldati di Hitler, scrive Focus. Quando il 14 maggio 1940, dopo solo 4 giorni, le truppe dell’armata nazista conquistarono l’Olanda, fu determinante la loro capacità di combattere senza sosta, giorno e notte, senza dormire. Secondo quanto sostenuto da Norman Ohler nel recente saggio Der totale Rausch (“La totale euforia”), questa resistenza sarebbe stata garantita dal Pervitin, un “farmaco militarmente prezioso” usato regolarmente anche dal generale Rommel e dallo stesso Hitler.
Durante il conflitto in Vietnam (1955-1975), l’abuso di eroina, marijuana e altre droghe divenne talmente comune tra i soldati americani che il 10-15%, sviluppando dipendenza e il Presidente Nixon si vide costretto a finanziare la prima grande espansione di programmi per il trattamento delle tossicodipendenze.
L’utilizzo di anfetamine tra i soldati americani in Afghanistan è invece emerso, per esempio, con l’incidente della Tarnak farm, nel 2002, quando il pilota di un F-16 statunitense, forse sotto anfetamine, uccise con fuoco amico quattro soldati canadesi.
I guerrieri Inca masticavano foglie di coca per restare svegli; allo stesso scopo, due secoli fa, i soldati Prussiani assumevano cocaina (la consuetudine sarebbe rimasta anche in seguito, con caffeina e nicotina ad aggiungersi al cocktail). E l’elenco potrebbe continuare di cultura in cultura, di sostanza in sostanza, con effetti analoghi e sempre le stesse, tragiche conseguenze.
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