Attacco israeliano “soft” in Iran

di Redazione

Un atacco “soft” quello avvenuto ieri in Iran nella zona di Isfahan, danni limitati e nessun morto.

Dopo il precedente bombardamento ordinato da Ali Khamenei in Israele a mezzo missili e droni il governo israeliano sceglie una strategia fluida, evitando conferme ufficiali e lasciando spazio a interpretazioni. Le informazioni riguardanti l’operazione provengono principalmente da fonti iraniane e americane, che sembrano essere state informate solo poco prima dell’attacco. Gli americani sostengono di non aver dato luce verde all’attacco.

Secondo alcune fonti americane, il Mossad avrebbe orchestrato l’attacco utilizzando piccoli droni armati di esplosivo, assemblati localmente. Allo stesso tempo, si ipotizza che jet israeliani abbiano colpito i siti a Isfahan, dimostrando la capacità di penetrare le difese iraniane e minacciando i centri nucleari segreti. Nonostante l’agenzia per l’Energia Atomica delle Nazioni Unite confermi l’assenza di danni ai centri nucleari, gli analisti israeliani ritengono improbabile che l’attacco di ieri sia stato l’unico.

Le tensioni rimangono alte, con un bombardamento notturno su una base vicino a Bagdad sostenuta dall’Iran e scontri quotidiani con Hezbollah in Libano e Hamas a Gaza. Nonostante l’avvicinarsi delle festività pasquali ebraiche, l’incertezza sullo sviluppo degli eventi rimane elevata, con la prospettiva di ulteriori azioni nelle prossime settimane.

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