La partita per un futuro migliore si gioca sul problema della gestione dei rifiuti

Il problema della gestione dei rifiuti è un tema su cui si sta giocando un’importante battaglia di civilizzazione e di garanzia di un futuro migliore per il nostro pianeta.

(di Paolo Titta) E’ per questo che molti Paesi stanno tentando di porvi rimedio sperimentando tecniche innovative che non si limitino alla ricerca del minor impatto possibile, ma che anzi provino a ridurre la quantità di materiali utilizzati e dei conseguenti scarti che già da tempo hanno superato la soglia di sopportazione mondiale.

La Turchia, ad esempio, ha deciso di incentivare la popolazione al riciclaggio attraverso benefit tangibili, e lo ha fatto attraverso una card dei mezzi pubblici che riceve credito dopo che il possessore ha effettuato operazioni di riciclo di plastica urbana. A Istanbul, infatti, sono state installate le cosiddette Smart Mobile Waste Transfer, macchine in grado di scansionare e retribuire con differenti importi le diverse tipologie di plastica che ne vengono depositate. Le stesse macchine si occupano di frantumare il materiale e smistarlo in contenitori sostituibili.

La città ha così programmato l’installazione di ulteriori 100 macchine entro la fine del 2018, prevedendo con esse la riduzione di 17.000 tonnellate di rifiuti prodotti quotidianamente.

E’ la stessa Comunità Europea, d’altronde, ad aver indetto la settimana che va dal 17 al 25 novembre come la European Week for Waste Reduction (in Italia chiamata più comunemente Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti – SERR). Un’iniziativa di comunicazione ambientale volta ad accrescere la consapevolezza del fenomeno, e a sensibilizzare la popolazione del continente sui processi e sulle politiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti tracciate dall’Unione Europea. Sono linee guida, queste, che tutti gli Stati membri sono chiamati a rispettare, incoraggiando e favorendo tutte le mosse che concretamente e in maniera creativa volgono alla riduzione netta dei rifiuti.

La SERR nasce con il programma LIFE+della Commissione Europea, e quest’anno si concentrerà in particolare sulla prevenzione e il trattamento dei rifiuti pericolosi, visto che in media, secondo il report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, da ogni cittadino vengono prodotti 200kg di rifiuti pericolosi l’anno.

L’iniziativa si deve anche al fatto che molte persone ancora ignorano la tipologia di sostanze pericolose contenenti in moltissimi prodotti di uso comune, quali ad esempio i cosmetici, le vernici, le batterie, le lampadine e tutti i RAEE. Si tratta di materiale altamente dannoso per l’ambiente e la salute, ed è per questo che fare della corretta informazione si rende altamente necessario.

Durante la settimana dedicata alla Waste Reduction, poi, ogni Paese aderente quantifica le azioni amministrative che vengono dedicate allo scopo, così da poter stilare una lista comune dove attingere esperienze e virtù.

L’Italia si è riconfermata tra le nazioni più impegnate in questo campo, effettuando lo scorso anno più di 4mila iniziative. Il prossimo novembre bisognerà quindi operare per intervenire alla fonte, andando a ridurre i rifiuti contenenti proprietà dannose per l’ambiente e la salute degli esseri viventi.

Andare a modificare la stessa catena di produzione permetterebbe a molte aziende di riformulare i propri prodotti inducendo, al contempo, a un consumo e smaltimento più etico e salutare.

Andranno ridimensionati i volumi di rifiuti particolari, i quali, anche qualora venissero regolarmente conferiti, dovranno subire un processo di trattamento differente rispetto al resto dei materiali.

L’obiettivo come sempre è quello di coinvolgere il maggior numero di amministrazioni, associazioni e organizzazioni no profit, oltre che naturalmente le accademie e il mondo scolastico in generale, le aziende e il mercato delle imprese e, in ultimo, la popolazione attiva sul territorio.

E’ necessario sensibilizzare tutti gli attori coinvolti sulla necessità di ridurre le quantità di rifiuti prodotti, modificando il comportamento dei consumatori e andando a coinvolgere l’inclusione dei valori di sostenibilità nei differenti comportamenti di consumo. E’ allo stesso tempo importante istruire aziende e persone al riutilizzo, e cioè a recuperare tutte quelle materie che possono essere destinate ad un ulteriore ciclo di consumo una volta esaurito il primo.

“Quest’anno la SERR è arrivata al decimo anno, dieci anni di azioni per prevenire i rifiuti che hanno coinvolto tutta l’Europa in un progetto straordinario di partecipazione. L’Italia si è sempre distinta, il numero di azioni dal basso dei suoi Project Developer è stato quasi sempre il più alto, a dimostrazione della grande attenzione al tema e della grande volontà di contribuire alla salvaguardia del pianeta. Anche quest’anno tutti possono partecipare, in forma associata o singola, per portare un messaggio concreto a chi ci circonda sperando che dal basso arrivi a chi definisce le regole. Il decennale sarà anche una festa che stiamo organizzando insieme al Comitato Promotore nazionale, oltre che un momento di lancio e riflessione per il futuro del progetto” ha dichiarato Emanuela Rosio, presidente di Aica (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale) per promuovere la SERR.

Un’altra importante iniziativa viene dal Ministro dell’Ambiente della Russia Dmitry Kobylkin, che ha chiamato a raccolta il suo omologo norvegese Ulom Elvestuen per tenere un vertice sulla protezione dell’ambiente artico in Finlandia. “Oltre a discutere i piani collettivi sono state sollevate nuove questioni, come la gestione dei rifiuti in mare e della microplastica. Il prossimo novembre a Mosca Russia e Norvegia presenteranno la loro risoluzione del problema in un evento dedicato a questo tema”, ha riferito a margine dello stesso appuntamento.

“Nell’Artico Russia e Norvegia hanno interessi comuni, come la questione climatica, e riconosciamo la necessità di uno studio congiunto di questo problema”, ha continuato il ministro russo, per annunciare poi al termine del vertice una commissione intergovernativa russo-norvegese mirata alla cooperazione economica, industriale, scientifica e tecnica.

Durante questo incontro il Ministro Elvestuen ha recepito il progetto russo Ecologiya, volto a smaltire i rifiuti e bonificare le discariche attraverso le migliori tecnologie presenti oggi sul mercato internazonale. “Abbiamo un’esperienza di successo nell’attuazione di progetti in questo campo insieme con Finlandia, Svezia e Germania. So che ci sono esempi efficaci in Norvegia “, ha concluso Kobylkin.

La condivisione internazionale di un sistema di gestione dei rifiuti si propone quindi come una potenzialità, e magari aprirà le porte ad una collaborazione in loco tra diversi attori sociali, come sta avvenendo ad esempio in Italia.

Un buon esempio d’intervento sul tema lo fornisce infatti Eni, che, in veste del suo amministratore delegato Claudio Descalzi, durante l’inaugurazione dell’ultimo Maker Faire svoltosi a Roma, ha dichiarato la volontà dell’azienda di costruire assieme alla rete di imprenditori una nuova e funzionante filiera di economia circolare.

Descalzi ha dichiarato, infatti, che ci sarebbe la volontà di questo grande colosso dell’energia di inserirsi all’interno di questo processo di gestione di rifiuti per aiutare le imprese del settore ad alleggerire il carico, comprando del materiale selezionato per poi rivenderlo generando introiti. Sarebbe una mossa in grado di favorire “un ulteriore upgrade del circolare”, mediante l’integrazione di start-up che già operano sui rifiuti “per dare una maggiore dinamicità a quello che stiamo facendo”.

L’obiettivo finale, d’altronde, rimane il voler sfruttare l’energia generabile dai rifiuti che, a oggi, viene fin troppo dispersa in tutti quei passaggi che la mancanza di una regia amministrata con intelligenza da parte delle Istituzioni lascia senza copertura.

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