L’ostruzionismo grillino sul provvedimento delle autonomie delle regioni ha mandato su tutte le furie i governatori leghisti. L’operazione “palude” dei grillini mira ad una strategia precisa, passare senza contraccolpi la data del 20 luglio, “dead line”, per poter organizzare le elezioni anticipate a settembre. L’alternativa dopo il 20 luglio, se dovesse continuare la retorica improduttiva di DI Maio e Salvini, potrebbe essere un governo tecnico tipo quello di Monti, Fornero & Co..
I 5 Stelle, sul provvedimento delle Autonomie delle Regioni ,dichiarano che “i problemi sono di natura tecnica, non siamo noi a volerci mettere di traverso”.
A quanto pare il Dipartimento legislativo di palazzo Chigi ha dato un parere negativo sul testo presentato dal ministro leghista per gli Affari regionali Erika Stefani.
Il decreto espone lo Stato a maggiori esborsi, perché riforma il sistema con cui ogni anno lo Stato distribuisce fondi alle Regioni. Stefani, però, è pronta a sciogliere questo nodo modificando il testo.
Strano, sostengono, quelli della Lega che ora si sfoderi l’arma dei pareri tecnici: “Stanno mettendo in mezzo i burocrati, i tecnici, i ragionieri per non prendersi la responsabilità politica di dirci di no”.
Lo staff di Salvini evidenzia, al riguardo, che c’è già il “placet” del ministero dell’Economia sulla tenuta finanziaria della riforma, l’approvazione risale al 14 febbraio scorso. Strano che i grillini si sveglino adesso.
Sull’argomento si è espresso anche il procuratore generale della Corte dei conti Alberto Avoli, durante la presentazione della relazione annuale sul Rendiconto generale dello Stato: “L’autonomia può avere senso solo se si erge come locomotiva per tutte le autonomie ordinarie, mentre ci sarebbero effetti assai deleteri se l’autonomia portasse crescita solo in alcune regioni”.
Parole calate dal cielo che per Di Maio costituiscono una conferma alla strategia grillina di addossare alla Lega la responsabilità di esasperare la spaccatura tra Nord e Sud del Paese.
Di Maio poi rincara la dose: “C’è caos ingiustificato sull’Autonomia. E’ giusto che si faccia, ma sarà equilibrata.
Salvini, ieri via telefono, ha cercato di rassicurare i suoi governatori, di Veneto e Lombardia, Luca Zaia e Attilio Fontana, oltre al presidente Pd dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini.
Le reazioni dei governatori leghisti
Luca Zaia – Veneto: “Finiamola con queste manfrine del Paese di serie A e serie B. Il Paese è già così e non per colpa delle autonomie, lo dico ai grillini che probabilmente non hanno neanche letto il progetto”.
Attilio Fontana – Lombardia: “Se una parte del governo non è disposta ad andare avanti con questa riforma, abbia il coraggio di dire “non la voglio”. Poi, noi trarremo le conseguenze del caso”.
Per ora i governatori accusano solo il Movimento 5S, a breve, probabilmente, incalzeranno la politica attendista del Leader Matteo Salvini.