(di Francesco Matera) 1200 sono le domande arrivate al sito del Corriere della Sera durante il forum organizzato dal Tempo delle Donne: ospite d’eccezione la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Tantissime sono le incognite alla vigilia dell’apertura delle scuole in 13 regioni italiane, quelle che hanno potuto dare il via all’anno scolastico il 14 settembre. Le restanti regioni hanno rinviato l’apertura al 24 settembre, sia perché sedi dei seggi elettorali sia perché, in alcuni casi, non in grado di assicurare il distanziamento di un metro tra gli alunni poiché i banchi di “Arcuri” non sono ancora stati consegnati.
Le domande più ricorrenti rivolte al ministro durante il forum riguardano il “caos” che si creerà quando un alunno sarà accertato a scuola di aver contratto il virus: “tutti a casa”, genitori dei compagni di classe del contagiato compresi. Oltre al danno anche la beffa. Come potranno essere giustificate le probabili continue assenze dei genitori dai propri posti di lavoro? Continuando con i sussidi? Non penso che i conti dello Stato possano reggere questo regime assistenziale visto che la montagna di denaro del Recovery Fund (in arrivo se tutto va bene la prossima estate, in comode “tranches”) potrà essere utilizzata solo e soltanto per riforme strutturali tendenti allo sviluppo e alla crescita. In molti pensano che le risorse “vantaggiose” del Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) potendole utilizzare anche per le spese indirette riferite all’emergenza sanitaria, potrebbero essere indirizzate anche per garantire ulteriori sussidi. Non è un caso che in questi giorni si registrano forti pressioni della maggioranza di governo (esclusi quelli del M5S) per avanzare la richiesta di quei 37 miliardi previsti per l’Italia dal Mes (il 2% del nostro Pil).
Il Corriere della Sera riporta alcune delle domande fatte direttamente alla ministra. Perchè mio figlio quindicenne non può tenere la mascherina in classe visto che ha paura? Perché, alle medie e superiori, non si stabilisce l’obbligo delle mascherine sempre?
La risposta della Azzolina: “Noi abbiamo detto una cosa diversa: se c’è il metro di distanza e il ragazzo vuole abbassarla può farlo, ma nulla gli vieta di tenerla se preferisce così”.
La ministra Azzolina risponde alle accuse che le sono state rivolte dalle opposizioni sui ritardi: “Non abbiamo avuto sei mesi per riaprire le scuole. Fino a fine maggio abbiamo lavorato per chiudere l’anno scolastico, inventando la didattica a distanza e facendo gli esami di stato in presenza. Poi abbiamo iniziato a lavorare sul 2020-21. Lo so che stiamo chiedendo alle famiglie dei piccoli sacrifici, ma per tornare a scuola dobbiamo rinunciare a qualcosina. All’inizio non si faranno gli orari per intero, vero. Ma restituiremo alle famiglie un pezzo di normalità”.
Sugli insegnanti: “Nessun altro Paese ha stanziato dei soldi per l’organico aggiuntivo, tranne la Spagna. Ci sono piccole criticità, le stiamo risolvendo a poco a poco: le assunzioni che si potevano fare si sono fatte, le altre non si sono fatte perché qualcuno non ha voluto i concorsi. Ad ottobre però il concorso si farà”.
Sulla misurazione della febbre da casa: “Il governo ci sta lavorando in queste ore sulla decisione de Piemonte di misurare la febbre all’ingresso delle scuole. Che la febbre si dovesse misurare a casa lo si è deciso il 26 giugno. Quelle linee guida sono state approvate da tutte le regioni e su quella base sono state date le informazioni alle scuole”.