Nessuna modifica, nonostante i tentativi di andare incontro ai risparmiatori delle due banche venete e di imporre una stretta sulle responsabilita’ dei manager, il decreto che costruisce la cornice per l’intervento di Banca Intesa e del governo per il salvataggio di Veneto Banca e Popolare Vicenza si appresta ad essere votato con la fiducia dalla Camera sostanzialmente invariato rispetto a quello varato dal Consiglio dei ministri il 25 giugno. Il pressing del Parlamento e’ stato forte, compreso il Pd sia nella sua componente di maggioranza sia da parte dell’area che fa capo a Michele Emiliano, ma alla fine il ministro Anna Finocchiaro ha posto la fiducia sul testo licenziato dalla commissione, che aveva pero’ esaminato (e bocciato) pochissimi emendamenti al decreto. Unico cambiamento approvato in commissione l’inserimento nel testo dell’altro decreto per le venete, quello che congela per 6 mesi il rimborso di bond garantiti emessi da banche che abbiano chiesto la ricapitalizzazione preventiva. L’obiettivo dell’esecutivo e’ quello di “convertire il decreto” dice il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, spiegando che la scelta di non correggere il testo e’ dovuta agli “evidenti tentativi” in particolare dei grillini, di non fare approvare il testo, “dopo una settimana di ostruzionismo in commissione”. La protesta piu’ eclatante e’ infatti quella del Movimento 5 Stelle, che si e’ presentato in Aula con un enorme striscione con la scritta “ladri di risparmi” e “No al ricatto delle banche”, e decine di salvadanai di ceramica. Ma a non digerire la scelta del governo di ‘blindare’ il testo e’ anche Mdp, con Roberto Speranza che annuncia una riunione ad hoc del gruppo per decidere il da farsi anche se “per ora il giudizio e’ negativo”. Sulla stessa linea il Fronte Democratico di Emiliano. “L’unica cosa che non e’ in discussione – spiega il presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia – e’ la fiducia al governo. Tutto il resto e’ in discussione, e’ incomprensibile e politicamente ingiustificabile non aver colto il lavoro eccellente” sintetizzato nell’emendamento del relatore “per garantire il rispetto dei diritti dei risparmiatori”. La proposta Sanga – che alla fine non e’ stata votata – prevedeva infatti di ampliare la platea di chi puo’ accedere al ristoro forfettario all’80% (che sara’ integrato da Intesa), spostando la data limite di acquisto dei bond dal 12 giugno 2014 al 1 febbraio 2016.