La Banca d’Italia ha certificato il debito pubblico italiano per l’anno 2018: è salito di 53,2 miliardi portandosi a 2.316,7 miliardi. L’economista Renato Brunetta di Forza Italia ha subito commentato il dato: “Con l’entrata in recessione dell’Italia dal quarto trimestre del 2018, il rapporto debito/Pil 2019 sarà più alto del 2,04% preventivato, probabilmente tra il 2,5% e il 3,0%”.
Gli investitori rimangono pertanto cauti con l’Italia dove il clima di incertezze non favorisce la ripresa, anzi…. A novembre 2018 lo stock dei titoli di Stato detenuti all’estero era pari a 646,8 miliardi (27,5% del totale), in calo rispetto ai 651,8 miliardi di ottobre (27,9%).
Anche l’Istat ha confermato i dati non proprio entusiasmanti. Nel 2018 il valore della bilancia commerciale italiana ha raggiunto i 39,8 miliardi (47,6 miliardi nel 2017), un dato positivo ma che risente della brusca frenata delle esportazioni registrata nell’ultimo periodo dell’anno. Il deterioramento del quadro macroeconomico ha spinto l’agenzia di rating Fitch ad accodarsi alle valutazioni di Moody’s rivedendo al ribasso le stime di crescita dell’Italia nel 2019 dall’ 1,1 % allo 0,3% nell’ambito di una generale sforbiciata alle previsioni di incremento del Pil dell’Eurozona (da +1,7% a +1%).
Secondo Fitch, il deterioramento delle prospettive di crescita e il calo delle aspettative di inflazione potrebbero spingere la Banca centrale europea a riavviareil quantitative easing. Anche la Banca centrale europea ha confermato tale ipotesi. È possibile che venga messa in piedi una nuova tornata di finanziamenti agevolati per il settore bancario (Titro). Il 7 marzo prossimo il presidente della Bce Mario Draghi potrebbe sciogliere ogni dubbio al riguardo.