E’ vivo il botta e risposta tra Mosca e Kiev per stabilire la paternità degli scontri nella regione russa di Belgorod. Ieri nei primi messaggi si parlava di forze ucraine penetrate in territorio russo alle prese con le forze di Mosca.
Dopo qualche ora a rivendicare l’attacco i partigiani russi di Freedom of Russia e il Corpo dei volontari russi. Su messaggi Telegram hanno annunciato di aver lanciato dei raid al confine tra Russia e Ucraina e di aver messo le loro bandiere nelle località di Bezlyudovka, Churovichi e Lyubimovka, nelle regioni russe di Belgorod, Bryansk e Kursk. In un accorato appello si sono poi rivolti direttamente ai russi: “Cittadini della Russia, siamo russi come voi. L’unica differenza è che non vogliamo più giustificare le azioni dei criminali al potere e vogliamo che la dittatura del Cremlino finisca. Le prime bandiere di una Russia libera all’alba sulle città liberate”.
Immediata la risposta del Cremlino che racconta un’altra storia: “Un’operazione, quella di Belgorod per distogliere l’attenzione dalla sconfitta subita dall’Ucraina a Bakhmut“. Così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov che ha poi aggiunto che “Il ministero della Difesa, l’Fsb e la Guardia di frontiera hanno riferito al presidente russo di un tentativo da parte di un gruppo di sabotaggio ucraino di irrompere nella regione di Belgorod. Sono in corso azioni per respingerlo dal territorio russo e distruggerlo”, ha detto Peskov, assicurando che “ci sono abbastanza forze e risorse sul posto”.
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La narrativa di Kiev. “L’Ucraina osserva con interesse gli eventi nella regione di Belgorod in Russia e studia la situazione, ma non c’entra niente. Come sapete, i carri armati vengono venduti in qualsiasi negozio militare russo e i gruppi di guerriglia sotterranea sono composti da cittadini russi“. Lo scrive su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, riferendosi alle denunce di Mosca secondo cui un gruppo di sabotatori ucraini ha fatto incursione in territorio russo.
L’accusa di Prigozhin. “Ma dov’erano i militari quando il gruppo di sabotaggio è penetrato? Questa è una grande domanda che dovrebbe essere posta alla leadership di un dipartimento militare”. Con queste parole il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha commentato l’incursione nella regione di Belgorod.
La conta dei feriti. Nel corso della giornata il bollettino di guerra registra uno sparuto numero di feriti tra i civili a causa di proiettili che hanno colpito tre edifici residenziali privati, a seguito dei quali hanno preso fuoco. E’ stato colpito anche l’edificio dell’amministrazione. Nel villaggio di Zamostye una granata ha colpito un asilo, facendogli prendere fuoco.
Il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov riferisce, al termine della giornata, che sei persone sono rimaste ferite: due nel bombardamento del villaggio di Glotovo, altre tre nel distretto di Graivoron e una donna nel villaggio di Zamostye.
Le misure di Mosca
La Russia ha deciso di instaurare un “regime legale di zona di operazione antiterrorismo” nella regione di Belgorod dopo la presunta incursione armata da parte di sabotatori ucraini. Lo ha annunciato il governatore della regione, Viacheslav Gladkov. Un tale regime, deciso dai servizi di sicurezza russi (FSB) prevede, secondo quanto ricorda una nota del governatore, la possibilità di evacuare i civili dalle zone coinvolte, un maggior controllo delle telecomunicazioni, interventi facilitati da parte delle forze antiterroriste o infine maggiori e più frequenti controlli delle identità personali e dei veicoli in circolazione. Sull’operazione di oggi a Belgorod, c’è uno scambio di accuse fra Kiev, che sostiene sia stata compiuta interamente dai russi, e Mosca.
Nel frattempo la maggior parte degli abitanti dei villaggi della regione di Belgorod hanno lasciato il territorio. Mentre canali Telegram russi come Baza e Shot riferiscono dell’uccisione di 39 sabotatori e della cattura di altri cinque nella regione di Belgorod.