“Lavoravano dieci al giorno, per meno di 4 euro l’ora, anche di notte. Senza riposo settimanale, nessuna copertura sanitaria, senza presidi antinfortunistici e di sicurezza. E sotto la minaccia continua del licenziamento.
È solo la cronaca annunciata dell’ultimo abuso consumato sulla pelle di braccianti italiani e stranieri in provincia di Latina, da parte di due società agricole, i cui titolari sono stati arrestati. Se da un lato doveroso è il plauso alle Forze dell’ordine e alla Magistratura, sempre attente nel perseguire queste condotte illecite confermando la necessità e bontà della lotta contro il caporalato, dall’altro appare sempre più chiaro come una regolarizzazione della mano d’opera è una questione che non può e non deve essere ulteriormente rinviata. In tempi di pandemia non ci si può permettere né scontri ideologici né superficialità su un tema, quello del caporalato e lavoro nero nelle campagne, che rischia di trasformarsi da un momento all’altro in una ulteriore emergenza sanitaria oltre che economica. Regolarizzare il lavoro irregolare significa restituire dignità ai lavoratori, limitare il rischio dei contagi, salvare le prossime raccolte. Che diversamente restano a rischio. E significa tutelare e sostenere le migliaia e migliaia di aziende agricole sane che proprio da condotte di questa natura subiscono una concorrenza sleale e un danno enorme, anche nella reputazione sui mercati mondiali. Tutelare queste aziende è una priorità al pari della tutela del lavoro. Non c‘è più un solo minuto da perdere”.
Così la Ministra Teresa Bellanova commenta l’operazione anticaporalato condotta oggi nel Lazio.