(di Massimiliano D’Elia) Da tempo negli Stati Uniti si verificano attacchi hacker su larga scala che, in alcuni casi, hanno preso di mira infrastrutture critiche causando problemi difficili da risolvere nell’immediato e che hanno dimostrato, in maniera disarmante, l’estrema vulnerabilità degli Stati di fronte alla minaccia virtuale il cui mandante (spesso di origine statuale) è davvero difficile da individuare e combattere. L’attacco contro la più grande rete di distribuzione di carburante del Paese americano o il sabotaggio nel processo di controllo degli acquedotti di alcuni stati del nord sono soli alcuni dei casi “noti” che hanno rivelato come il nuovo dominio di confronto transnazionale e apparentemente “neutro” è di fatto la nuova sfida che si presenta ai nostri governi. Ieri a dare un out out alla Russia, la più attiva insieme a Iran e Cina nel cyberspazio, è stato direttamente il presidente americano Joe Biden che ha parlato per un’ora la telefono con il suo omologo Vladimir Putin: “Prenderemo tutte le misure necessarie per difendere da questa continua minaccia il popolo americano e le infrastrutture critiche degli Stati Uniti. Dovete agire e distruggere chi dal vostro paese conduce cyberattacchi contro di noi”.
Biden è intervenuto dopo l’ultimo attacco hacker fatto dal gruppo REvil che molti analisti ritengono abbia le proprie sedi operative in Russia. L’azione malevola è di tipo ransomware e ha colpito diverse aziende americane con il bloccaggio dei server, il furto dei dati o peggio con la compromissione delle chiavi di accesso. Il ritorno alla normalità avviene, di solito, solo dopo il pagamento di ingenti somme di denaro in cryptovaluta. Un metodo di pagamento impossibile da tracciare. Il più emblematico, l’attacco a maggio scorso nei confronti del più grande fornitore di carni degli Usa, la JBS, che ha dovuto pagare 11 milioni di dollari di “riscatto” per riavere le chiavi di accesso ai server aziendali.
Alla Casa Bianca sono fiduciosi: II presidente Biden è ottimista e si aspetta azioni a breve termine. Lo stesso Cremlino ha confermato l’apertura al dialogo: Secondo Putin c’è disponibilità da parte russa a reprimere in modo congiunto manifestazioni criminali di tipo informatico. Vista la portata e la serietà delle sfide, l’interazione tra i nostri due paesi dovrebbe essere costante, professionale e non politicizzata.