di Emanuela Ricci
Joe Biden sta cercando un rilancio quasi impossibile girando per gli States con una serie di comizi negli Stati chiave. Il percorso di Biden, negli ultimi giorni, si è fatto sempre più ad ostacoli. In un incontro con i governatori democratici, Biden ha ammesso di avere bisogno di più riposo, dichiarando che non può prendere impegni dopo le ore venti, sollevando dubbi sulla sua capacità di continuare a svolgere il delicato compito di presidente di una superpotenza del calibro degli Stati Uniti.
Di pari passo la situazione finanziaria della campagna presidenziale di Biden sta peggiorando, con un’emorragia di grandi finanziatori. Dopo diverse defezioni nei giorni scorsi, ieri è stata Abigal Disney, erede del patrimonio del gigante dello spettacolo, ad annunciare che non darà più un soldo fino al ritiro di Biden. Anche altri miliardari, come Gideon Stein, e 168 manager e finanziatori hanno inviato una lettera alla Casa Bianca con la stessa richiesta.
Opzione Kamala Harris. Nonostante i dubbi iniziali, Harris è vista ora come una scelta logica poichè sarebbe la prima donna vicepresidente di colore che ha esperienze di governo federale e di politica internazionale e i sondaggi recenti mostrano Harris meno impopolare rispetto a Biden. Poi una rilevazione della CNN indica che Trump batterebbe Harris di soli due punti (47% a 45%), mentre il distacco con Biden sarebbe più ampio (47% a 43%).
Candidare la Harris garantirebbe la continuità delle politiche di Biden, attirando così l’appoggio di figure influenti come Barack Obama e Bill Clinton.
Donald Trump già ha iniziato a denigrare la Harris con il soprannome “laffin’ Kamala”, riferendosi ad alcune sue risate del passato riproposte continuamente dalle televisioni di destra. I consiglieri di Trump la etichettano come “incompetente come Biden e molto ideologica e radicale“, preannunciando attacchi più brutali. La campagna di Trump teme tuttavia un ticket democratico tutto nuovo e giovane che possa guadagnare terreno sull’ex presidente, soprattutto se Harris scegliesse come vice un personaggio popolare di uno degli Stati decisivi per la corsa alla Casa Bianca.
Si discute infatti già del possibile nuovo ticket progressista. Esclusi Gavin Newsom, governatore della California, e la governatrice del Michigan, Gretchen Whitmer, per evitare un ticket tutto californiano o tutto femminile, salgono le quotazioni di due giovani governatori: Andy Beshear del Kentucky e Josh Shapiro della Pennsylvania. Altre opzioni includono i governatori di Maryland, Colorado e Illinois: Wes Moore, Jared Polis e J.B. Pritzker, oltre al ministro dei Trasporti Pete Buttigieg. La scelta del vice sarà determinante per rafforzare il ticket democratico e contrastare la forza della campagna di Trump.
Subscribe to our newsletter!