(di Andrea Pinto) Tra Stati Uniti e Cina sono molti i motivi di frizione: Taiwan, libero commercio, industria dei microchip, diritti umani, supporto alla Russia e Belt & Road Initiative. Solo per citare i più importanti, tralasciando la questione dei presunti palloni spia e della base di addestramento militare a Cuba.
Flebili sono le iniziative diplomatiche per cercare di riallacciare le relazioni tra i due Paesi per scongiurare un’altra guerra nell’Indo-Pacifico le cui proporzioni sarebbero superiori al conflitto in corso in Europa e coinvolgerebbe obtorto collo diversi paesi a livello globale, presagendo così l’inizio della III G.M.
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Il risultato più concreto del viaggio del capo del Dipartimento di Stato Usa Antony Blinen è stato l’impegno ad intensificare gli impegni diplomatici con ulteriori visite statunitensi di alto livello nei prossimi mesi, tra cui possibili viaggi del Segretario al Tesoro Janet Yellen e del Segretario al Commercio Gina Raimondo. All’inizio del mese, il ministro della Difesa cinese Li ha declinato l’invito a incontrare il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin in occasione di un vertice internazionale sulla sicurezza.
Per capire l’esito degli incontri di Blinken svoltisi a Pechino ci ha pensato il presidente americano Joe Biden che ieri ha dato del “dittatore” a Xi Jinping durante un evento per una raccolta fondi elettorale in California, commentando la vicenda dei palloni spia cinesi abbattuti sui cieli Usa poco dopo la missione del segretario di Stato americano Antony Blinken per ricucire i rapporti bilaterali: “Il motivo per cui Xi si è molto arrabbiato quando ho fatto abbattere quel pallone con due vagoni pieni di equipaggiamento di spionaggio è che non sapeva che fosse lì“.
“No, sono serio. Quello è il grande imbarazzo per i dittatori, quando non sanno cosa è successo. Non doveva andare dov’era. È stato portato fuori rotta attraverso l’Alaska e poi giù attraverso gli Stati Uniti e lui non lo sapeva. Quando è stato abbattuto era molto imbarazzato e ha negato che fosse anche lì. Ora siamo in una situazione in cui vuole avere di nuovo una relazione. Antony Blinken è appena andato laggiù. Ha fatto un buon lavoro e ci vorrà del tempo”.
Biden ha poi detto che bisogna preoccuparsi della Cina ma non troppo perché “ha reali difficoltà economiche”.
“Una grave violazione della dignità politica della Cina, un’osservazione assurda, una provocazione altamente irresponsabile, che non riflette la realtà e contravviene all’etichetta diplomatica“, ha reagito il portavoce degli Esteri cinese.
La Cina non vuole attivare canali di comunicazioni militari
Gli Stati Uniti, tramite la missione del segretario di stato Blinken, hanno insistito sulla richiesta di canali di comunicazione militari con la Cina e hanno espresso preoccupazione per le notizie secondo cui la Cina starebbe progettando una struttura di addestramento militare a Cuba.
Stabilire comunicazioni militari è essenziale per ridurre le frizioni tra le due potenze, ha dichiarato Sarah Beran, direttore del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca per gli Affari della Cina e di Taiwan: “Questo è un modo assolutamente utile per gestire la comunicazione di crisi e garantire che non ci siano errori di comunicazione o di percezione delle reciproche intenzioni“.
Blinken, nel corso della visita in Cina, ha dichiarato che gli Stati Uniti nutrono “profonde preoccupazioni” per le attività militari cinesi a Cuba, dopo che il Wall Street Journal ha riferito che Pechino stava progettando una nuova struttura di addestramento in quel Paese: “Questo è un aspetto che monitoreremo molto, molto da vicino e siamo stati molto chiari al riguardo. Proteggeremo la nostra patria e i nostri interessi”.
Durante la visita di Blinken a Pechino è stato concordato di mitigare le rivalità per evitare conflitti, ma non sono stati fatti concreti passi in avanti.
La Cina ha lamentato il fatto che le sanzioni statunitensi costituiscono un ostacolo al dialogo militare.
Al riguardo per citare un esempio il ministro della Difesa cinese Li Shangfu venne sanzionato nel 2018 per l’acquisto di aerei da combattimento ed attrezzature dal principale esportatore di armi russo, Rosoboronexport.
La mancanza di canali di comunicazione aperti tra le due Nazioni ha suscitato nervosismo a livello internazionale, allarmando i paesi vicini della Cina.
Il diplomatico di punta del Dipartimento di Stato americano per l’Asia orientale Daniel Kritenbrink ha affermato che una gestione efficace e responsabile delle relazioni tra Stati Uniti e Cina sarà possibile solo se si tratta di una “strada a doppio senso“.