Boko Haram e la strategia del terrore

di Antonio Adriano Giancane

Sarebbero almeno 18 le persone rimaste uccise e decine di altre ferite in una serie di attentati suicidi, tutti compiuti da donne, sabato nel nord-est della Nigeria.

Funzionari locali hanno riferito che gli attentati, uno avvenuto durante il matrimonio di una giovane coppia e l’altro organizzato durante un funerale, sono stati particolarmente cruenti e hanno provocato la morte di diversi bambini e donne incinte.

Secondo quanto riferito da Barkindo Saidu, direttore generale dell’agenzia di gestione delle emergenze dello Stato di Borno, le tre attentatrici hanno colpito in tre posti diversi a Gwoza, una vivace città dello Stato di Borno che è stata al centro dell’insurrezione del gruppo militante Boko Haram negli ultimi 15 anni.

Anche se non ancora rivendicato, le modalità ricordano gli attacchi di Boko Haram, i cui combattenti hanno ucciso decine di migliaia di persone in Nigeria e la cui violenza nella regione ha causato lo sfollamento di oltre due milioni di persone. Sebbene il numero di attentati suicidi sia diminuito negli ultimi anni, le esplosioni multiple di sabato hanno sottolineato che il terrorismo rimane una minaccia persistente nel nord-est della Nigeria.

BOKO HARAM

Boko Haram è un’organizzazione terroristica jihadista attiva principalmente nel nord-est della Nigeria. Fondata nel 2002 da Mohammed Yusuf, il gruppo è emerso con l’obiettivo di instaurare uno stato islamico governato dalla sharia. Dal 2009, Boko Haram ha intensificato le sue attività violente, tra cui attentati, rapimenti e massacri, causando migliaia di morti e sfollando milioni di persone. La sua presenza ha destabilizzato la regione e ha avuto un impatto devastante sulle comunità locali, sull’educazione e sull’economia. Nonostante gli sforzi militari del governo nigeriano e degli alleati regionali, Boko Haram continua a rappresentare una grave minaccia alla sicurezza e alla stabilità della Nigeria e delle aree circostanti.

LA STRATEGIA TERRORISTICA DI BOKO HARAM

La strategia adottata da Boko Haram si basa su una combinazione di tattiche terroristiche e insurrezionali. Il gruppo utilizza attentati suicidi, rapimenti di e attacchi armati contro civili, forze di sicurezza, scuole e infrastrutture pubbliche. Come tutte le organizzazioni terroristiche Boko Haram sfrutta il terrore per destabilizzare le regioni in cui opera, seminando paura e insicurezza. Inoltre, impiega la propaganda attraverso i media tradizionali e digitali per diffondere la sua ideologia e reclutare nuovi membri. La strategia include anche il saccheggio di villaggi e l’appropriazione di risorse per finanziare le sue attività, nonché il controllo territoriale temporaneo per stabilire basi operative.

BOKO HARAM È UN’ORGANIZZAZIONE TERRORISTICA AL PARI DI ISIS E AL-QAEDA

Al-Qaeda, ISIS (Stato Islamico) e Boko Haram sono tre delle organizzazioni terroristiche jihadiste più note e pericolose al mondo, ciascuna con obiettivi e aree operative specifiche, ma accomunate dall’uso della violenza estrema per disseminare il terrore al fine di raggiungere i loro fini.

Al-Qaeda vuole abbattere i governi musulmani considerati corrotti e instaurare un califfato islamico globale. La sua strategia di attacchi spettacolari e operazioni decentralizzate mira a destabilizzare i nemici e a ispirare i jihadisti di tutto il mondo.

ISIS cerca di creare un califfato territoriale dove possa governare con la sharia. Nonostante la perdita di territorio, mantiene l’obiettivo attraverso il terrorismo globale e la propaganda.

Boko Haram mira a instaurare uno stato islamico nel nord-est della Nigeria e, in parte, in altre regioni dell’Africa occidentale. La sua strategia di terrore e violenza continua a destabilizzare la regione, causando migliaia di morti e milioni di sfollati.

Queste organizzazioni, con le loro tattiche brutali e i loro obiettivi ambiziosi, continuano a rappresentare una minaccia significativa per la sicurezza globale, influenzando i conflitti e destabilizzando intere regioni attraverso il terrore e la violenza. La loro capacità di adattamento e resilienza, nonostante le perdite territoriali e le pressioni militari internazionali, evidenzia la complessità della lotta contro il terrorismo globale.

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