Bombe spazzatura di Pyongyang bloccano aeroporto di Seoul

di Aniello Fasano

Palloncini giganti contenenti spazzatura piovono da alcune settimane sulla Corea del Sud, “omaggio” dei vicini nordcoreani. Non è una novità, già nella guerra di Corea la spazzatura veniva usata come arma, palloni utilizzati nelle rispettive campagne elettorali da Pyongyang e Seul fin dal conflitto degli anni ’50. Da alcuni mesi le provocazioni di Pyongyang contro Seul si sono intensificate e i lanci di spazzatura aerotrasportata, sono diventati molto frequenti, colpendo anche infrastrutture vitali per Seoul, come l’aeroporto. 

Il Financial Time riferisce che l’aeroporto internazionale di Incheon, che serve la capitale Seoul, ha chiuso ieri le sue tre piste dopo che un pallone spazzatura è atterrato sulla pista vicino a un terminal passeggeri. Secondo i funzionari dell’aeroporto, altri palloni sono stati avvistati nell’area circostante. L’aeroporto più trafficato della Corea del Sud è stato costretto a sospendere temporaneamente il traffico aereo e i voli che dovevano atterrare a Incheon nella notte sono stati dirottati su altri aeroporti coreani.

Gli ultimi lanci sono avvenuti in un contesto di crescente tensione nella regione dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha visitato Pyongyang e ha firmato un partenariato strategico di vasta portata con il leader nordcoreano Kim Jong Un. Ma i lanci si erano già intensificati dal giorno in cui il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, era salito a bordo della portaerei americana Uss Theodore Roosevelt nella base navale sudcoreana di Busan, in preparazione delle esercitazioni congiunte che includono anche il Giappone. Pyongyang ha fatto sentire la sua voce, prima con un nuovo invio di palloni pieni di spazzatura, ben 350, poi con il lancio di “un possibile missile balistico dalla Corea del Nord” come confermato dal Ministero della Difesa giapponese.

Con l’ultimo lotto, si stima che il Nord abbia lanciato dal 28 maggio quasi 2.000 palloni pieni di rifiuti in cui sono stati rilevati anche parassiti come i nematod.

In risposta, il 9 giugno, per la prima volta in sei anni, la Corea del Sud ha trasmesso a tutto volume trasmissioni anti-Pyongyang con gli altoparlanti montati al confine, spenti tuttavia il giorno seguente forse per evitare che la situazione potesse andare fuori controllo.

Le continue provocazioni simultanee e a bassa intensità del Nord sembrano intese a esprimere ostilità verso il Sud anche alla luce del suo recente cambiamento politico”, spiega Park Young-ja, membro senior del Korea Istituto per l’Unificazione Nazionale di Seul. “Mentre consolidano l’unità internamente, potrebbero dividere l’opinione pubblica nel Sud e, per reali scopi militari, esplorare come tali azioni possano rappresentare una minaccia. Il ritorno delle obsolete campagne di palloncini e volantini dimostra che la Guerra Fredda persiste ancora nella penisola coreana“. 

Nel suo discorso per l’anniversario della guerra, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha detto che il Nord intraprende “la via della regressione”, a differenza del democratico e ricco Sud. Ha criticato il patto di mutua difesa tra il leader nordcoreano Kim Jong Un e il presidente russo Vladimir Putin e definito anacronistico il lancio di palloni.

La nuova esercitazione “Freedom Edge” ha lo scopo di affinare la risposta combinata dei paesi in varie aree operative, tra cui aria, mare e cyberspazio. L’ex funzionario Cia Robert L. Carlin e l’esperto di nucleare Siegfried S. Hecker hanno firmato un articolo sulla rivista “38 North” nel quale dichiarano di ravvedere preoccupanti segnali che ci avvicinano all’escalation in quell’area. Dichiarano che la “Situazione è più pericolosa di quanto non lo sia mai stata dall’inizio di giugno del 1950. Crediamo che la Corea del Nord abbia preso la decisione strategica di entrare in guerra”. L’allarme arriva dopo le ultime manovra militari e la decisione di cambiare la Costituzione. I possibili bersagli potrebbero essere la Corea del Sud o le basi americane in Giappone.

Intanto, settantaquattro anni dopo l’inizio della guerra di Corea, le truppe nordcoreane stanno costruendo nuove fortificazioni, lungo un confine congelato in stato di guerra. Secondo l’esercito del Sud, sembrano essere barriere anticarro, mine e strade tattiche di rinforzo all’interno della zona demilitarizzata (DMZ), pesantemente armata, tracciata quando le due parti posero fine al conflitto nel 1953, pur senza un trattato di pace.

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| MONDO |