(di Marco Zacchera) Nei giorni scorsi il neo-presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha rilasciato diverse interviste. Poiché è raro leggere parole così chiare, autorevoli e precise ne pubblico integralmente uno stralcio tratto da quella pubblicata da “Repubblica”. Bonomi non ha ragione perché è il nuovo capo degli industriali, ma perché sostiene cose sensate e di buon senso. “Questa politica rischia di fare più danni del Covid”. E’ l’accusa lanciata da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, in un’intervista a Repubblica. “La narrazione secondo cui una volta passata la pandemia tutto tornerà come prima – sottolinea Bonomi – è una falsità bella e buona. La realtà è un’altra. Questo è un Paese che si è abituato ad essere anestetizzato. Io non sto cercando le polemica, non sono contro a priori. Sto cercando di mettere tutti davanti alla realtà: gli imprenditori sono fortemente preoccupati. In autunno molte imprese non riapriranno, altre dovranno ridimensionarsi. Non sappiamo cosa succederà domani, che ne sarà delle commesse, degli ordini, dei fornitori”.
Sul milione di licenziamenti prospettati nei giorni scorsi, chiarisce: “Ho detto quel che sanno tutti coloro che ogni mattina vanno in azienda a lavorare. Il governo ha bloccato i licenziamenti fino ad agosto. Ma il lavoro, i posti di lavoro, non si gestiscono e non si creano per decreto. Serve una strategia, una visione, un’idea di quale Paese vogliamo costruire. Bisogna smetterla di guardare esclusivamente al dividendo elettorale”. Su quello che, a suo giudizio, c’è da fare, afferma: “Lo ha detto molto bene il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Bisogna puntare sulla crescita: sono venticinque anni che il nostro Paese perde produttività, allontanandosi sempre più dai concorrenti. E la crescita dipende anche da dove si allocano le risorse: da decenni si aumenta la spesa corrente (il dividendo elettorale) a scapito degli investimenti nelle infrastrutture, nella sanità, nell’innovazione e nella ricerca, nelle politiche per la sostenibilità ambientale e sociale…”
Che gli italiani capiscano, ascoltino e chiedano alla politica (tutta) di essere almeno un po’ più responsabile.