Si allungano le le speranze della Gran Bretagna di raggiungere presto un accordo con l’Unione Europea sul dopo-Brexit: lo scrive il quotidiano conservatore “The Telegraph”, che è entrato in possesso di un documento riservato della Commissione europea sullo status futuro della frontiera dell’Irlanda del Nord. Il memorandum, secondo il giornale, sarebbe stato preparato dalla Repubblica d’Irlanda e chiede che anche dopo il divorzio il Regno Unito resti parte dell’unione doganale europea, allo scopo di evitare il ristabilimento della frontiera nord-irlandese. Se l’Ue dovesse accogliere la richiesta irlandese come condizione per un accordo da raggiungere con la Gran Bretagna nel vertice europeo di dicembre, secondo il “Telegraph” ciò provocherebbe una profonda spaccatura nel governo britannico, suscitando la rivolta dell’ala più euroscettica del Partito conservatore; questa ipotesi inoltre sarebbe vista come una vera e propria provocazione da parte degli unionisti nord-irlandesi, affossando definitivamente la possibilità in Irlanda del Nord di una riedizione del governo regionale di coalizione tra i protestanti del Democratic unionist party (Dup) e i cattolici repubblicani dello Sinn Fein, gli eredi politici dell’Ira. Insomma, una nuova grana per la premier britannica Theresa May, il cui governo a Londra si regge proprio sui voti del Dup nord-irlandese. Ed è una grana che arriva proprio nel momento in cui la premier sperava di riuscire a rompere lo stallo dei negoziati con l’Ue sulla Brexit, facendo balenare la possibilità di un aumento della sua offerta per il saldo del conto del divorzio: lo rivela il quotidiano “The Financial Times”, secondo cui ci sono segni che l’ala più euroscettica del Partito conservatore potrebbe tollerare un maggior esborso della Gran Bretagna per rompere quello stallo. Finora, nota il giornale, su questo aspetto monetario non ci sono stati significativi progressi nel sesto giro di trattative Gb-Ue che si concluderà a Bruxelles oggi venerdì 10 novembre: ma le due parti hanno abbozzato la “coreografia” di un eventuale accordo che potrebbe essere raggiunto a dicembre e nel quale l’impegno finanziario della Gran Bretagna dovrà necessariamente essere incluso nel più generale quadro dei principi che regoleranno il periodo di transizione post-Brexit; e secondo il “Financial Times” il governo britannico starebbe appunto lavorando ad un sostanziale incremento dell’offerta monetaria che la May ha già messo sul tavolo.