L’espansione del blocco dei paesi aderenti BRICS, in discussione al vertice di questa settimana a Johannesburg, ha attirato un gruppo eterogeneo di potenziali candidati – dall’Iran all’Argentina – con l’intento di iniziare un nuovo processo inclusivo per competere con il blocco occidentale.
Tante sono le questioni che i Paesi emergenti lamentano:
- Pratiche commerciali abusive.
- Regimi sanzionatori punitivi.
- La percezione di trascurare le esigenze di sviluppo delle Nazioni più povere.
- Il dominio dell’Occidente ricco negli organismi internazionali, come le Nazioni Unite, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.
Secondo i funzionari del Sudafrica, che ospiterà il vertice dal 22 al 24 agosto, oltre 40 Paesi hanno espresso interesse ad aderire ai BRICS. Di questi, quasi due dozzine hanno chiesto formalmente di essere ammessi.
“La necessità oggettiva di un raggruppamento come i BRICS non è mai stata così grande“, ha dichiarato Rob Davies, ex ministro del Commercio del Sudafrica, che ha contribuito a far entrare il suo Paese nel blocco economico nel 2010.
“Gli organismi multilaterali non sono luoghi in cui possiamo andare e ottenere un risultato equo e inclusivo“.
Secondo gli osservatori, tuttavia, i risultati poco soddisfacenti non fanno ben sperare per le prospettive dei BRICS di realizzare le grandi speranze auspicate dai potenziali membri.
Pur ospitando circa il 40% della popolazione mondiale e un quarto del PIL globale, le ambizioni del blocco di diventare un attore politico ed economico globale sono state a lungo ostacolate dalle divisioni interne e dalla mancanza di una visione coerente e comune.
Le economie dei Paesi che farebbero parte del Brics allargato, un tempo in forte espansione, stanno rallentando come sta avvenendo tra l’altro anche in Cina. Il membro fondatore, la Russia, sta affrontando l’isolamento a causa della guerra in Ucraina. Il presidente Vladimir Putin, ricercato con un mandato di arresto internazionale per presunti crimini di guerra, non si recherà a Johannesburg e si unirà solo virtualmente. A rappresentare la Russia ci sarà il suo ministro degli esteri, Lavrov.
Secondo Steven Gruzd, dell’Istituto sudafricano per gli affari internazionali, “Forse hanno aspettative troppo velleitarie rispetto a ciò che l’adesione ai BRICS potrà effettivamente offrire“.
MALCONTENTO DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO
Sebbene il blocco dei BRICS non abbia divulgato l’elenco completo dei Paesi candidati alla futura adesione, alcuni governi hanno dichiarato pubblicamente il loro interesse. Iran e Venezuela, pesantemente sanzionati dalla CI, stanno cercando di ridurre il loro isolamento e sperano che il blocco possa dare ossigeno alle loro economie oggi paralizzate.
“Gli altri quadri di integrazione esistenti a livello globale sono accecati dalla visione egemonica del governo statunitense“, ha dichiarato a Reuters Ramón Lobo, ex ministro delle Finanze e governatore della banca centrale del Venezuela.
Secondo gli analisti, gli Stati del Golfo, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti vedono nei BRICS un veicolo per ottenere un ruolo più importante all’interno degli organismi globali. I candidati africani Etiopia e Nigeria sono attratti dall’impegno del blocco per le riforme alle Nazioni Unite che darebbero al Continente una maggiore influenza. Altri vogliono imprimere cambiamenti nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, nel Fondo Monetario Internazionale e nella Banca Mondiale.
“L’Argentina ha insistentemente chiesto una riconfigurazione dell’architettura finanziaria internazionale“, ha dichiarato a Reuters un funzionario del governo argentino coinvolto nei negoziati per l’adesione ai BRICS.
MOLTE CHIACCHIERE, MENO AZIONI
Le posizioni pubbliche dei BRICS riflettono già molte di queste preoccupazioni.
Mentre si cerca di contrapporsi all’Occidente, tra le tensioni della Cina con gli Stati Uniti e le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina, l’aumento dei suoi membri potrebbe conferire al blocco un peso maggiore nel contesto internazionale.
Mentre i leader dei BRICS al vertice dovrebbero discutere una road map per l’ammissione di nuovi membri, con la Cina e la Russia desiderose di procedere con l’espansione, altri, in particolare il Brasile, sono preoccupati di affrettare questo processo.
I vantaggi tangibili dell’adesione, nel frattempo, stanno diminuendo.
Il risultato più concreto del blocco è la Nuova Banca di Sviluppo, o “banca dei BRICS“, che ha già visto la sua lentezza nell’erogazione dei prestiti ulteriormente ostacolata dalle sanzioni contro il suo più autorevole membro fondatore, la Russia.
I piccoli Paesi che sperano in una spinta economica dall’adesione ai BRICS potrebbero guardare all’esperienza del Sudafrica.
Il suo commercio con i BRICS è infatti aumentato costantemente da quando è entrato a farne parte, secondo un’analisi dell’Industrial Development Corporation del Paese.
Ma questa crescita è dovuta in gran parte alle importazioni dalla Cina mentre il blocco rappresenta ancora solo un quinto del commercio totale del Sudafrica. Il Brasile e la Russia insieme assorbono appena lo 0,6% delle sue esportazioni e l’anno scorso il deficit commerciale del Sudafrica con i partner BRICS era quadruplicato rispetto al 2010, raggiungendo i 14,9 miliardi di dollari.