Il 2030 è la dead line in Italia: un malato su due sarà over 65. Numeri non sorprendenti se si pensa che già oggi una persona su tre tra chi è colpito da questo tumore ha superato i 65 anni. Una tendenza che si mischia con l’invecchiamento della popolazione italiana, che già oggi su circa 60 milioni di persone, conta 10 milioni di anziani. Se ne parlerà il prossimo martedì a Milano, presso la Fondazione IRCCS – Istituto Nazionale dei Tumori in occasione del seminario “Il paziente anziano: le sfide di un approccio multidisciplinare e il tumore testa-collo”, organizzato dalla Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, in collaborazione con la Fondazione don Gnocchi di Milano e gli Spedali Civili di Brescia, con la supervisione scientifica di Lisa Licitra e Paolo Bossi e il patrocinio di diverse società scientifiche italiane. Per tumori testa-collo si intendono l’insieme di neoplasie che hanno origine nelle cavità nasali e nei seni paranasali, nella faringe, nella cavità orale, nella laringe e nelle ghiandole salivari. Il più frequente, circa un caso su due, riguarda la laringe, seguito da quello del cavo orale e della faringe. Il 90 per cento di questi tumori sono carcinomi spinocellulari; la restante parte, invece, riguarda melanomi, sarcomi, linfomi e altri tipi di tumore. Queste malattie – ha spiegato Paolo Bossi SC Oncologia Medica 3 Tumori Testa-Collo e Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori – interessano soprattutto il cavo orale, faringe o faringe/laringe, e riguardano una popolazione sempre più adulta, sopra i 65 anni. La popolazione più soggetta a rischio è quella che beve alcol e fuma, ma ultimamente si è evidenziata anche un’epidemia legata al virus del papilloma”. In Italia questi tumori rappresentano circa il 5 per cento di tutti i tumori maligni, al quinto posto tra i più frequenti. Sono circa 12mila i casi che vengono diagnosticati ogni anno, con un tasso di incidenza pari a 17 nuovi casi per 100mila abitanti l’anno. Solo un malato su due, a 5 anni dalla diagnosi, riesce a sopravvivere, ovviamente a seconda dello stadio di malattia riconosciuto e dalla tardività della diagnosi stessa. La regione maggiormente colpita risulta il Veneto: circa 50 casi per 100 mila tra gli uomini e 8 per 100 mila tra le donne. A livello nazionale a rischiare di più sono gli uomini, loro si ammalano 7 volte più spesso rispetto alle donne. La fascia di età più colpita è quella tra i 50 e i 70 anni, ma i tumori delle ghiandole salivari e i sarcomi colpiscono in età più precoce. “L’approccio alla diagnosi e al trattamento di questa malattia – ha detto Bossi – nei prossimi anni richiederà sempre di più una valutazione medica multidisciplinare, con una stretta collaborazione tra oncologi, radioterapisti e chirurghi, in modo da decidere la terapia in base ai trattamenti disponibili, allo stadio di malattia, alle condizioni cliniche del singolo paziente. La presenza chiave della figura del geriatra, in supporto, permetterà di disegnare e personalizzare le terapie per i pazienti anziani, di gestire meglio il recupero dopo il trattamento. Un approccio multidisciplinare garantisce, ad ogni modo, risultati migliori e più efficaci, sia da un punto di vista temporale che qualitativo.