Ieri il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio è stato audito dal Copasir (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica) sul dossier Afghanistan e le discendenti ripercussioni sulla sicurezza nazionale relativamente ai flussi migratori e alla probabile recrudescenza del rischio terrorismo. Presso il Copasir era già stata sentita la direttrice del Dis, Elisabetta Belloni mentre lunedi’ dovrà presentarsi il generale Gianni Caravelli, direttore dell’Aise (Agenzia Informazioni Sicurezza Esterna).
Il presidente del Comitato, Adolfo Urso, ha evidenziato che sono state cinque le questioni affrontate con il titolare della Farnesina: dal G20 alle iniziative per fronteggiare la crisi umanitaria, il terrorismo e il traffico di droga. In primo luogo, sono state affrontate nel dettaglio le modalita’ e la tempistica di evacuazione degli italiani, dei nostri collaboratori afghani e delle loro famiglie, quindi tutto cio’ che ha a che fare con il ponte aereo che ha consentito di portare in salvo gia’ 1.500 afghani.
Di Maio ha anche anticipato quello che avrebbe detto alla ministeriale Nato: “E’ fondamentale che l’aeroporto continui a funzionare per tutto il tempo necessario. La nostra priorita’ principale ora e’ la protezione dei civili e le evacuazioni andranno avanti. E’ fondamentale rimanere uniti e lavorare insieme, anche in coordinamento con l’UE, per evitare l’ulteriore deterioramento della situazione umanitaria. Dobbiamo fare del nostro meglio affinche’ i diritti fondamentali, in particolare delle donne, delle ragazze e delle minoranze, per i quali ci siamo battuti, non vengano annullati. Lo dobbiamo ai tanti che hanno sacrificato le loro vite e al nostro investimento collettivo sul futuro di questo Paese. Non voltiamo le spalle all’Afghanistan“.
Su flussi migratori e terrorismo Di Maio ha detto: “Chi detiene adesso il comando in Afghanistan deve capire che lo terremo d’occhio e lo considereremo responsabile, usando tutta la nostra leva economica, compresi i finanziamenti. Stiamo seguendo da vicino le discussioni sul futuro governo e il nostro impegno sara’ subordinato a cio’ che fanno i talebani, non a cio’ che dicono. Dobbiamo lavorare insieme affinche’ l’Afghanistan non diventi ancora una volta un terreno fertile per il terrorismo, minaccia per la sicurezza della comunita’ internazionale. A questo proposito, non possiamo evitare di lavorare con tutte le Parti, comprese i principali soggetti interessati e attori regionali, come Pakistan, Russia e Cina, che condividono con noi la stessa preoccupazione. Il rischio degli ultimi sviluppi in Afghanistan e’ quello di espandere le attivita’ terroristiche in altre aree, dall’Iraq al Sahel, quindi dobbiamo mantenere alta l’attenzione“.
Sul G20 Di Maio, secondo quanto scrive l’Ansa, ha sentito telefonicamente il suo omologo cinese Wang Yi al quale “ha sottolineato l’importante ruolo che la Cina puo’ svolgere in questa crisi in Afghanistan“. Intanto, Ernesto Magorno, senatore di Iv e segretario del Copasir, ed anche Elio Vito, deputato di Forza Italia e anch’egli membro del Comitato, chiedono al premier Draghi di convocare “con urgenza” il Cisr (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica“.
Intanto in Afghanistan. Il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin parlando con alcuni deputati in un briefing online ha detto che cittadini americani sono stati picchiati da talebani a Kabul. Lo riferisce su Twitter Andrew Desiderio, reporter di Politico, affermando che diverse persone che hanno partecipato al briefing hanno citato l’affermazione di Austin, che ha anche definito la vicenda “inaccettabile”.
Per Desiderio, “questa affermazione contraddice molte cose dette da Biden, per il quale gli americani non avevano grandi difficoltà ad arrivare all’aeroporto di Kabul”.
Secondo speech di Joe Biden alla Nazione
Joe Biden a reti unificate ieri sera ha detto: “Gli Usa rispetteranno tutti gli impegni“. Sono ad oggi 13 mila le persone evacuate nella più difficile operazione di ponte areo della storia, chiosa Biden, evidenziando anche di non sapere ancora quanti americani sono in Afghanistan. Il portavoce della Casa Bianca John Kirby ha anche affermato che un gruppo di soldati Usa e’ dovuto uscire dal perimetro dell’aeroporto per recuperare almeno 169 persone.
Biden non è assediato solo in casa, ma anche dagli alleati. Emmanuel Macron, al telefono con Biden, invoca la “responsabilita’ morale” verso quelle centinaia di migliaia di afghani che in 20 anni di guerra hanno aiutato le truppe della Nato e i diplomatici occidentali: “Non possiamo abbandonarli“.
Nel frattempo il Pentagono, il Dipartimento di Stato e i vertici delle forze armate continuano a sostenere la tesi che nessuno prevedeva un epilogo cosi’ devastante, con i talebani che hanno conquistato Kabul in soli undici giorni. Ma a smentire questa narrativa arriva anche uno scoop del Wall Street Journal, che ha tirato fuori un cablogramma, scrive l’Ansa, dai toni drammatici inviato il 13 luglio scorso direttamente al segretario di Stato Antony Blinken da una ventina di diplomatici dell’ambasciata Usa a Kabul. Un documento interno che metteva in guardia sul repentino collasso della capitale nel giro di poco tempo. Un messaggio che imbarazza il capo della diplomazia americana perchè in molti sostengono che difficilmente non e’ stato condiviso con il presidente e i vertici del Pentagono.
300 mila afghani hanno collaborato con gli Usa. Sarebbero 300 mila i civili afghani che in 20 anni hanno collaborato con gli Stati Uniti. Di questi 15 mila sono gia’ entrati negli Usa con le loro famiglie grazie a un visto speciale. Visto ancora in sospeso invece per altri 18 mila afghani, mentre per tutti gli altri non è ancora dato sapere che fine faranno.