Caos Congo

Il 17 marzo 2025, il Ruanda ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con il Belgio, accusando l’ex potenza coloniale di schierarsi con il governo di Kinshasa nel conflitto in corso nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). Secondo Kigali, questa decisione è una risposta alle “pietose ambizioni neocoloniali” di Bruxelles. Il Belgio ha definito la mossa “sproporzionata”, con il ministro degli Esteri Maxime Prévot che ha affermato che essa dimostra la mancanza di volontà del Ruanda di impegnarsi in un dialogo serio.

Questa rottura diplomatica avviene in un contesto di crescenti tensioni nell’est della RDC. A gennaio, i ribelli dell’M23, sostenuti dal Ruanda, hanno conquistato città chiave come Goma e Bukavu, causando migliaia di vittime e una grave crisi umanitaria. Il Belgio ha criticato apertamente il Ruanda per il suo ruolo nel conflitto, chiedendo sanzioni a livello europeo contro Kigali.

In seguito alla rottura delle relazioni, i diplomatici belgi hanno dovuto lasciare il Ruanda entro 48 ore. Contemporaneamente, l’Unione Europea ha imposto sanzioni contro alti ufficiali dell’esercito ruandese e un funzionario del settore minerario, accusandoli di sostenere l’M23 e di violare la sovranità della RDC.

Il conflitto ha avuto ripercussioni significative nella regione. Il Burundi sta affrontando il più grande afflusso di rifugiati degli ultimi decenni, con oltre 120.000 persone in fuga dai combattimenti nell’est del Congo, secondo il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite. La maggior parte dei rifugiati sono donne e bambini, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria.

In un tentativo di mediazione, il 18 marzo i presidenti del Ruanda, Paul Kagame, e della RDC, Félix Tshisekedi, si sono incontrati a Doha, in Qatar, raggiungendo un accordo per un cessate il fuoco immediato e incondizionato nel conflitto che li oppone nell’est del Congo. L’incontro, mediato dall’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, rappresenta il primo faccia a faccia tra i due leader in oltre un anno. Entrambi hanno concordato di proseguire le discussioni per una pace duratura e hanno sottolineato la necessità di un dialogo diretto tra le autorità di Kinshasa e il gruppo ribelle M23.

Tuttavia, il 24 marzo, l’Angola ha annunciato la fine del suo ruolo di mediatore nel conflitto nell’est del Congo. L’escalation della ribellione dell’M23, sostenuta dal Ruanda, ha portato a un aumento delle tensioni e alla cattura di città chiave nella regione. Il presidente angolano João Lourenço, attuale presidente dell’Unione Africana, aveva lavorato per mediare un cessate il fuoco tra Congo e Ruanda. Tuttavia, dopo il ritiro all’ultimo minuto dell’M23 dai colloqui previsti a Luanda a causa delle sanzioni dell’UE, l’Angola ha deciso di ritirarsi e concentrarsi su priorità più ampie dell’UA. Un nuovo mediatore sarà presto nominato.

La Repubblica Democratica del Congo (RDC) è uno dei paesi più ricchi di risorse naturali al mondo. Tra le principali materie prime troviamo:

  • Coltan – Fondamentale per la produzione di smartphone, computer e altre tecnologie.
  • Cobalto – Usato per le batterie ricaricabili, soprattutto nei veicoli elettrici.
  • Rame – Utilizzato nell’industria elettrica e nelle costruzioni.
  • Oro – Estratto illegalmente in molte aree a causa della sua grande richiesta.
  • Diamanti – La RDC è tra i maggiori produttori mondiali.
  • Stagno e tungsteno – Utilizzati nell’industria elettronica e nella produzione di acciaio.
  • Petrolio – Estratto principalmente nelle regioni occidentali.
  • Legno tropicale – Tra i più pregiati al mondo, esportato in grandi quantità.
  • Uranio – Il Congo ha fornito l’uranio per il Progetto Manhattan (bomba atomica).

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