La stampa egiziana ha riportato che il generale Khalifa Haftar ha annunciato “l’ora zero per l’avvio dell’offensiva decisiva su Tripoli. Il generale della Cirenaica ha persino dato le ultime istruzioni ai suoi uomini: “non toccate abitazioni e proprietà private“.
Ci sono, tuttavia quattro paesi europei, Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna che ancora sperano di riuscire a trovare una comune linea di azione che si finalizzi con un cessate il fuoco senza condizioni. Il passo successivo, lavorare su una “road map” preparatoria alla Conferenza di Berlino, programmata tra il 15 e il 20 gennaio.
Ieri a Bruxelles Italia, Francia e Germania con i rispettivi capi di governo si sono incontrati per una colazione di lavoro dove hanno cercato di mettere a punto iniziative praticabili, visto che l’annuncio di Haftar lascia poche speranze alla via diplomatica poiché è stata lasciata troppa libertà d’azione a Russia e Turchia. “Hanno già gli stivali del terreno, loro..”.
Al di là dei buoni propositi e delle road map allo studio, si starebbe concretizzando, ha scritto la Stampa, la possibilità di inviare una spedizione in Libia a quattro – ci rientrerebbe anche la Gran Bretagna compresa – e l’individuazione di un terzo uomo per gestire la Libia della pacificazione che non sia al Serraj o Haftar. L’idea del quartetto comunitario è sollecitata dal premier italiano Giuseppe Conte: “L’Ue deve muoversi compatta, non è una questione solo italiana“. Le preoccupazioni dell’Italia devono diventare europee. Lo scenario che si sta delineando, a fronte dell’escalation di violenza annunciata dal generale Haftar e della presenza di cecchini russi sul terreno – il gruppo Wagner costituito da ex militari delle forze speciali del Cremlino – è quella di un rafforzarsi della capacità di intervento di Mosca, che potrebbe trovare in Ankara un alleato forte con cui progettare il futuro della Libia, mettendo all’angolo l’Egitto e gettando l’Unione Europea che è a fianco della Grecia nella posizione di non poter sostenere l’accordo sul Mediterraneo orientale, considerato in contrasto con il diritto internazionale.
Giuseppe Conte è stato ancora più preciso: “È stata l’Italia a chiedere questo incontro perché era prevedibile che l’azione di Haftar non sarebbe riuscita a stabilizzare il Paese ed è importante che l’Ue si muova con una sola voce. L’ambiguità americana ha certamente contribuito al caos attuale ha osservato Conte. Il risultato è una guerra per procura divenuta incontrollabile in cui la presenza e gli interessi di forze straniere non fanno che peggiorare la situazione“.
Il rischio, ha precisato il premier italiano, è quello di attirare terroristi o potenziali terroristi, con esiti che nessuno si può permettere.
Probabilmente i Paesi europei sono un tantino in ritardo ed è difficile che russi e turchi mollino la presa.