Donald Trump, presidente eletto degli Stati Uniti, ha commentato la fuga di Assad su Truth Social, affermando che il presidente siriano “ha perso il sostegno del suo protettore russo“. Trump ha accusato Vladimir Putin di aver abbandonato la Siria per concentrarsi sulla guerra in Ucraina, dove le forze russe starebbero subendo perdite devastanti. “La Russia ha perso ogni interesse per la Siria perché è impantanata in un conflitto senza fine in Ucraina“, ha dichiarato Trump, aggiungendo che il Cremlino ha ormai altre priorità strategiche.
di Emanuela Ricci
L’ambasciata iraniana a Damasco è stata assaltata e saccheggiata da gruppi ribelli armati. Secondo l’agenzia di stampa iraniana Irna, “alcuni elementi armati sono entrati nell’edificio dell’ambasciata della Repubblica Islamica”. Le immagini diffuse sui social media mostrano i ribelli intenti a strappare i manifesti raffiguranti Qassem Soleimani, l’ex comandante della Forza Quds dell’IRGC, e Hassan Nasrallah, il leader storico di Hezbollah. Durante l’incursione, il mobilio è stato danneggiato e gli uffici devastati. Secondo le prime ricostruzioni, il personale diplomatico iraniano aveva già evacuato la struttura in previsione dell’arrivo dei ribelli, ma l’attacco rappresenta un duro colpo per l’Iran, simbolo della sua perdita d’influenza in Siria dopo anni di sostegno militare al regime di Bashar al-Assad.
Contestualmente, nelle Alture del Golan, l’esercito israeliano ha schierato truppe aggiuntive e rinforzato le sue posizioni lungo la Linea Alpha, la zona smilitarizzata istituita con l’Accordo di disimpegno del 1974. È la prima volta in quasi cinquant’anni che Israele entra nella zona cuscinetto, mossa giustificata come necessaria per prevenire possibili avanzate ribelli verso il confine israeliano. Un portavoce dell’IDF ha dichiarato che l’obiettivo è “garantire la sicurezza delle comunità israeliane sulle Alture del Golan e dei cittadini di Israele”, una decisione che sottolinea la gravità degli eventi in corso a Damasco e la preoccupazione di Tel Aviv per l’espansione del caos siriano.
I ribelli, guidati dal gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (HTS), hanno diffuso un video sui social in cui mostrano quello che viene presentato come l’arresto del primo ministro siriano Assad al-Jalali. Secondo il video, il premier è stato fermato mentre si dirigeva a un incontro con la leadership ribelle in un hotel di Damasco. Prima della sua cattura, il leader ribelle Abu Mohammed al-Jolani aveva dichiarato che al-Jalali sarebbe rimasto in carica come figura transitoria per garantire una transizione politica pacifica. In dichiarazioni successive, al-Jalali ha manifestato l’intenzione di indire libere elezioni, segnalando una possibile apertura verso una fase di negoziazioni con l’opposizione.
Nel frattempo, il presidente siriano Bashar al-Assad è scomparso nel nulla. Secondo fonti dell’opposizione siriana, Assad avrebbe lasciato Damasco intorno alla mezzanotte a bordo di un Ilyushin 76, un aereo militare russo. Secondo i dati riportati da Al-Jazeera, l’aereo è decollato con il nominativo radio Syrian Air 9218, ma il suo trasponder è stato spento mentre sorvolava Homs, città sotto controllo dei ribelli. Fonti israeliane, citate dal giornalista di Axios Barak Ravid, sostengono che Assad sia diretto verso una base russa in Siria con l’intento di proseguire per Mosca. Altre fonti statunitensi confermano che Washington ha seguito attentamente la fuga di Assad e ritiene che Mosca potrebbe offrirgli protezione.
La situazione ha innescato reazioni immediate a livello internazionale. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha convocato una riunione d’emergenza alla Farnesina per discutere della protezione dei cittadini italiani ancora presenti in Siria. In una nota ufficiale, il Ministero degli Esteri ha dichiarato che Tajani ha avviato contatti con leader di governi amici e sta coordinando piani di evacuazione con le altre amministrazioni italiane. La protezione del personale diplomatico e dei connazionali rimane la priorità assoluta per l’Italia.
Sul fronte regionale, il valico di frontiera Al-Qaim-Al Bukamal tra Iraq e Siria è stato completamente chiuso. L’agenzia di stampa irachena Ina ha riferito che il confine è ora sorvegliato per evitare possibili infiltrazioni di miliziani e flussi di profughi. Inoltre, la compagnia aerea Iraqi Airways ha annunciato la sospensione dei voli tra Baghdad e Beirut, decisione presa a causa della crescente instabilità.
Parallelamente, il ministro della Difesa turco Yasar Guler ha avuto una conversazione telefonica con il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin. Durante il colloquio, entrambi hanno discusso degli sviluppi in Siria e delle implicazioni sulla sicurezza regionale. La Turchia, già presente con truppe nel nord della Siria, monitora da vicino l’avanzata dei ribelli e considera l’evoluzione della crisi come una possibile minaccia ai propri interessi strategici.
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