Il premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ieri, hanno incontrato il comandante della Guardia di Finanza, generale Giuseppe Zafarana e a seguire è stato convocato un Consiglio dei ministri per affrontare il problema del prezzo carburante che, a partire dell’inizio dell’anno ha superato la soglia psicologica di 2 euro per litro (nella modalità “servito”). Il 31 dicembre era scaduto il termine del decreto che calmierava l’incidenza del prezzo delle accise sul carburante, tagliandone alcune.
A seguito delle indicazioni del Mef, una circolare interna della Guardia di Finanza prevede un’attività di controllo “strutturata e capillare” sul territorio, soprattutto nelle autostrade, con l’obiettivo “di contribuire a calmierare gli aumenti dei prezzi“. Il piano è già partito e vede impegnati oltre 660 reparti operativi del Corpo, supportati dai reparti speciali.
Le Fiamme gialle fanno inoltre sapere che eventuali manovre speculative potrebbero configurare due diverse ipotesi di reato sanzionate dagli articoli 501 e 501 bis del codice penale: ‘rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio’ e ‘manovre speculative su merci’.
E’ stato deciso, pertanto, di dedicare un decreto per il monitoraggio dei prezzi che non sarà più settimanale ma giornaliero. Viene così introdotto l’obbligo di esporre il prezzo alla pompa con sanzioni che potrebbero essere comminate dal prefetto. Nelle nuove misure è previsto che con un’altra norma venga fissato un tetto agli aumenti del costo dei carburanti sulle autostrade.
I gestori dovranno tra l’altro esporre dei cartelli indicando il prezzo medio nazionale stabilito dal ministero dell’Ambiente.
Il premier e la Lega hanno preso l’iniziatica perchè sono convinti che i rincari siano frutto di speculazioni. mentre Forza Italia pensa che il problema sia causato esclusivamente dalle accise.
“Sui carburanti – sottolinea il capogruppo Alessandro Cattaneo – secondo noi, non è in atto una speculazione, ma di certo c’è un tema legato ai prezzi, che dobbiamo affrontare”.
“Il governo – afferma Matteo Salvini – “punta ad intervenire sulle società concessionarie e soprattutto su chi gestisce i caselli e le pompe di benzina sulle autostrade, per tenere sotto controllo i prezzi, perché andare a lavorare non può e non deve essere un lusso”.
Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, spiega che “la scelta del governo di non prorogare il taglio delle accise è stata molto meditata e molto sofferta, una misura che però costa oltre un miliardo al mese. Il governo ha deciso di utilizzare quelle risorse per aumentare le pensioni minime, per tagliare il cuneo fiscale, quindi tutte misure sociali. E’ chiaro che se ci sarà la possibilità , e i conti lo consentiranno, appena possibile potremo ridurre anche il costo della benzina. Ma ricordo che abbiamo impegnato 30 miliardi per ridurre il costo delle bollette”.
Non solo la politica ma anche l’Antitrust ha chiesto alla Gdf la documentazione delle violazioni accertate. Il ministero dell’Ambiente diffonde dei dati secondo cui l’aumento dei prezzi, nella prima settimana di gennaio, è “sostanzialmente in linea con il rialzo dovuto alla mancata proroga del taglio delle accise”.
Secondo Codacons “i prezzi sarebbero dovuti scendere molto di più”, ipotizzando “anomalie o speculazioni“. Faib Confesercenti, dice, invece, che “i gestori sono parte lesa”.