Puogdemont dal Belgio ha lanciato una nuova formazione politica per le prossime elezioni politiche del 21 dicembre. Ha invitato gli elettori catalani a mobilitarsi per “scrivere la storia” e ha detto che solo le formazioni indipendentiste sono “legittimate” a governare dopo il commissariamento imposto da Madrid. Dal suo auto esilio in Belgio torna in campo l’ex presidente della Generalitat della Catalogna, Carles Puigdemont. Il leader indipendentista – accusato di ribellione e sedizione in Spagna per aver promosso un referendum illegale e favorito la dichiarazione unilaterale di indipendenza della regione – ha presentato oggi la sua lista in vista delle elezioni del 21 dicembre. La candidatura dei 90 membri di Junts per Catalunya è stata lanciata in un hotel vicino alla città fiamminga di Bruges, nel Belgio orientale, dove l’ex presidente rimane in libertà vigilata fino a quando i giudici belgi decideranno in merito alla sua estradizione.L’ex capo della Generalitat ha chiamato a raccolta i suoi con la scommessa di rendere le elezioni del 21 dicembre “un plebiscito” contro il governo di Mariano Rajoy e contro l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione. “Sarà il momento per vedere se i cittadini della Catalogna accettano o meno la ricetta del 155 che il governo spagnolo e dei suoi alleati hanno adottato illegalmente e senza averne l’autorità”, ha detto Puigdemont. Il leader indipendentista ha definito l’elezione, “la più trascendentale nella storia” della Catalogna, quella in cui “la posta in gioco è la democrazia”. Si vedrà se “Rajoy vince o perde” dopo le misure adottate sotto la sua presidenza, ha garantito. Puigdemont si è poi rivolto al governo spagnolo e ha chiesto di “lasciare la sua presa autoritaria” sulla Catalogna. Ha quindi invitato gli elettori a scommettere su “un’alternativa di speranza” contro “l’ingegneria della paura”, utilizzata dal “tripartito dell’articolo 155” (un riferimento a Pp, Psoe e Ciutadanos) In un’intervista all’emittente Tv3, Puigdemont ha sottolineato che “nessuno del Partito popolare o del Partito socialista o del governo spagnolo, e nemmeno lo stesso capo dello Stato, ha mai detto di essere disposto a rinunciare alla violenza” per assicurare l’unità della Spagna, ma dicono anzi “che sono disposti a tutto.