Cavo Dragone illustra il Documento Programmatico Pluriennale ’23-’25 alle Commissioni Difesa

In prospettiva un nuovo modello di finanziamento dell’investimento basato su una legge triennale fino al 2040, costituirebbe l’ideale paradigma di riferimento, congiuntamente all’incremento delle risorse per il settore esercizio, al fine di avvicinarsi il più possibile alla soglia del 2% del Pil, che la Nato continua ad auspicare”.

di Giuseppe Paccione

Questa mattina, il capo di stato maggiore della Difesa ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ha illustrato alle Commissioni Difesa, riunitesi in seduta comune al Senato della Repubblica, il Documento Programmatico Pluriennale (DPP) del Dicastero, per il triennio 2023-2025.

Il DPP si inserisce nel quadro complessivo delle relazioni che, in base alla normativa vigente, il Ministero della Difesa è tenuto a trasmettere al Parlamento sulle materie di propria competenza. Previsto dalla legge n. 244 del 2012, il Documento  definisce il quadro generale delle esigenze operative delle Forze armate, comprensive degli indirizzi strategici e delle linee di sviluppo capacitive, l’elenco dei programmi d’armamento e di ricerca in corso ed il relativo piano di programmazione finanziaria, indicante le risorse assegnate a ciascuno dei programmi per un periodo non inferiore a tre anni.

L’ammiraglio Cavo Dragone, dopo un preambolo sull’attuale situazione di crisi internazionale, è entrato nel dettaglio del Documento richiamando, per ogni principale programma d’arma, la relativa esigenza operativa individuata per garantire al Paese uno Strumento militare competitivo, flessibile, efficace, tecnologicamente bilanciato, pienamente integrato e sostenibile.

In particolare il capo di stato maggiore, sull’improvviso impiego in Medio Oriente ha spiegato come “gli eventi tragici di questi giorni e le enormi sofferenze delle popolazioni civili abbiano chiesto una rapida iniziativa umanitaria e sanitaria, che solo la Difesa poteva assicurare in un’area di crisi altamente operativa e cinetica. Sarà un impegno gravoso e di lunga durata che richiederà l’impiego di personale, mezzi e materiali su scala ampia e crescente. Non saremo certamente soli, perché altri Paesi si stanno unendo e coordinando con noi, ma dovremo essere pienamente in grado di sostenere gli impegni presi e fare la nostra parte con l’efficacia che ci ha sempre contraddistinti“.

Al riguardo, ha poi richiamato gli altri impegni già assunti in ambito Nato dall’Italia che comportano un dispendio di energie in termini di uomini e mezzi e che richiedono, da parte della Difesa, risposte immediate: “Se solo pensiamo all’impegno della Difesa sul fianco Est della Nato, che potrebbe diventare stabile in una prospettiva di medio e lungo termine, al consolidamento dei nostri contingenti nelle aree di crisi del Mediterraneo Allargato per l’acuirsi delle tensioni esistenti, alle crescenti esigenze in termini di impiego per la sicurezza in territorio nazionale, siamo saliti a circa 5400 effettivi per l’operazione Strade sicure, anche il modello a 160.000 è ampiamente superato dalla realtà e realisticamente dobbiamo considerare almeno 10.000 unità aggiuntive per il futuro. Con attenzione ai nuovi domini e alle nuove tecnologie, a partire dal 2023, sono stati attivati bandi concorsuali dedicati, per il reclutamento di Ufficiali a nomina diretta, reperendo laureati in uscita dall’Università ed in possesso di competenze nei richiamati ambiti”. Il capo di stato maggiore della Difesa, ha poi  parlato dell‘attivazione di nuovi iter formativi, sviluppati in area interforze e con vocazione inter-agenzia, tesi a far acquisire al personale competenze necessarie alle esigenze della Difesa e del Paese e la progressiva attivazione di una riserva ausiliaria dello Stato, costituita da personale proveniente dal mondo civile e da pregressa esperienza militare, impiegabile in tempo di guerra o di crisi internazionale, così come in caso di stato d’emergenza deliberato dal Governo ovvero per emergenze di rilievo nazionale, connesse con eventi calamitosi”.

Finanziamenti costanti con una Legge triennale

Cavo Dragone ha rappresentato ai parlamentari la necessità di garantire alle poste di bilancio della Difesa finanziamenti costanti nel tempo per attualizzare i programmi di un Comparto di per sé complesso: “Le progettualità rappresentate nel DPP, in corso di realizzazione e quelle programmate in prospettiva possono concretamente essere finalizzate in presenza di un piano finanziario di lungo termine, che garantisca piena stabilità e certezza di risorse nel tempo. Evidenziando che occorre consolidare il percorso di crescita intrapreso, al fine di garantire la costante alimentazione dei settori esercizio ed investimento anche in una cornice di rivitalizzazione del legame con il Mimit a supporto della competitività dell’industria in un settore strategicamente rilevante. In prospettiva un nuovo modello di finanziamento dell’investimento basato su una legge triennale fino al 2040, costituirebbe l’ideale paradigma di riferimento, congiuntamente all’incremento delle risorse per il settore esercizio, al fine di avvicinarsi il più possibile alla soglia del 2% del Pil, che la Nato continua ad auspicare. I vantaggi competitivi per l’industria nazionale e il sistema Paese nel suo complesso costituirebbero un ulteriore volano di crescita anche per le piccole e medie imprese”.

Sulla richiesta della Nato di raggiungere il 2% del Pil per i finanziamenti da destinare al Comparto Difesa, Cavo Dragone, ha così enfatizzato: “E’ sempre più attuale l’obiettivo di raggiungere il target, almeno del 2% del Pil entro il 2028. In quest’ottica i 27,7 miliardi di euro assegnati dalla legge di bilancio del 2023 dovranno passare, nel volgere di 5 anni a circa 42 miliardi di euro con un incremento, quindi necessario, stimato in circa poco più di 15 miliardi di euro.

Programmi ad alta valenza tecnologica

Cavo Dragone ha, pertanto, parlato dei programmi della Difesa per fornire alle Forze armate sistemi d’arma ad alta valenza tecnologica, mediante: “le capacità militari necessarie alle missioni assegnate, recuperando la capacità di operare anche in un conflitto convenzionale, che richiede un impiego intensivo, continuativo e prolungato contro potenziali forze paritetiche; il soddisfacimento dei capability target della Nato al fine di sostenere con efficacia e affidabilità i crescenti impegni nel quadro Atlantico; la conduzione di un’operazione interforze autonoma, anche ad alta intensità, limitata nel tempo e nello spazio a difesa del Paese o a supporto di un Paese terzo, in una zona all’interno dell’area del Mediterraneo allargato di primario interesse strategico nazionale. Il DPP (‘23/‘25), spiega il capo di stato maggiore, “prevede il via a 33 nuovi programmi ad alta valenza tecnologica in tutti i domini, permettendo al Comparto industriale nazionale di consolidare e sviluppare il patrimonio di expertise e il know-how tecnologico”.

I programmi a carattere interforze

Tra i programmi a carattere interforze che ha enunciato l’ammiraglio spicca “l’acquisizione di un satellite geostazionario per le comunicazioni militari volto a garantire la resilienza in area di operazione, in caso di degradamento delle attuali capacità; l’avvio dello studio e lo sviluppo di una costellazione di satelliti per comunicazioni e dati in orbita bassa (low earth orbit); il consolidamento della rete informatica integrata della Difesa, con benefici per le comunicazioni dell’intero Comparto in termini di capacità, resilienza, sostenibilità e sicurezza cyber; lo sviluppo di una capacità missilistica deep strike (ipersonico) a partire dal 2028 e anti-ship di nuova generazione a partire dal 2034; l’allocazione di risorse nel settore delle battle decisive munitions, al fine di garantire adeguati livelli di munizionamento in tutti i domini”.

I programmi più di rilievo che interessano le singole Forze armate

Sull’Esercito italiano, Cavo Dragone ha detto:”Sono in acquisizione moderni sistemi d’arma, che consentiranno di sostenere un potenziale conflitto di tipo convenzionale, di operare in un’ottica multi-dominio e di ottemperare agli impegni presi nel 2017 e nel 2021 (capability target) con la Nato nel processo di pianificazione generale, con riferimento all’incremento delle forze pesanti e di artiglieria a lunga gittata”. In tale contesto, spiega Cavo Dragone, “si inquadrano i programmi di rinnovamento delle forze corazzate (acquisizione dei MBT ”Leopard 2); delle forze per la fanteria pesante; dei mezzi di supporto al suolo per l’aviazione dell’Esercito; della capacità di difesa contraerei a cortissima portata; della capacità di ingaggio di precisione in profondità di artiglieria; dell’infrastruttura data center e del sistema informativo gestionale; della simulazione addestrativa, mediante un’architettura che metta in interrelazione i principali sistemi di simulazione“.

Sulla Marina militare, l’ammiraglio ha così sintetizzato: “L’adeguamento e l’ammodernamento del supporto logistico delle basi navali, nell’ambito del programma basi blu e il rinnovamento delle capacità di supporto logistico degli arsenali; il potenziamento delle capacità antisommergibile, sorveglianza e data collection, basata su tecnologie emergenti e dirompenti, con lo sviluppo di sistemi autonomi subacquei; l’acquisizione di un missile antinave per la componente elicotteri; l’acquisizione di una piattaforma navale per le bonifiche subacquee e il recupero di oggetti inquinanti e potenzialmente dannosi per l’ecosistema; lo sviluppo di una architettura federata e modulare di sistemi di simulazione; l’acquisizione di mezzi a pilotaggio remoto imbarcati, per espandere la capacità di sorveglianza delle unità navali. Va evidenziato che, in prospettiva, la dimensione subacquea vede una rapida crescita delle attività civili e costituisce una frontiera tecnologica largamente inesplorata e di rilevanza strategica per le implicazioni sulle capacità di difesa nazionali, nonché per le potenziali ricadute in molteplici settori della blue economy”.

Sull’Aeronautica militare, il capo della Difesa italiana ha spiegato come la Forza armata “sia interessata dall’avvio di uno studio e dallo sviluppo di un dimostratore tecnologico per la futura implementazione di un sistema di lancio avio-portato per la protezione e resilienza delle orbite basse, in vista di una capacità di ‘responsive space’, nonché per immissione in orbita bassa di piccoli ‘payload‘; dall’acquisizione di sistemi APR di produzione nazionale; dall’avvio di un programma di contenimento della spesa energetica e dal rinnovamento dei depositi e terminali”. L’ammiraglio ha poi fatto un inciso sul “programma trinazionale di collaborazione per lo sviluppo e acquisizione di un caccia di sesta generazione Gcap/Tempest, in collaborazione tra Italia, Gran Bretagna e Giappone, che occupa” ha precisato l’ammiraglio “uno spazio notevole nelle dotazioni finanziare della Legge di Bilancio 2023-2025. Un programma, quest’ultimo, con rilevanti ricadute per l’economia dei tre Paesi, oltre che nel campo securitario, tecnologico, dell’innovazione, ricerca e sviluppo nel settore militare aerospaziale“.

Sui Carabinieri, Cavo Dragone ha rappresentato che “l’Arma verrà interessata dal consolidamento del processo di innovazione nell’ambito del supporto alle attività di prevenzione e controllo del territorio, ma anche dall’acquisizione di un simulatore di volo per il Light Utility Helicopter.

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