Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che, previo parere positivo delle Camere e della Conferenza Stato-Regioni, è stato approvato oggi in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il decreto legislativo recante disposizioni concernenti il mercato interno del riso, in attuazione della delega prevista dal Collegato agricoltura.
“Diamo il via a una riforma attesa da tanti anni – dichiara il Ministro Maurizio Martina – che permetterà di tutelare e promuovere con ancora più forza un settore fondamentale come quello del riso. Con il decreto puntiamo alla semplificazione delle norme, alla maggiore valorizzazione delle varietà tradizionali italiane e alla sempre maggiore trasparenza in etichetta per il consumatore. Tre orizzonti di assoluta strategicità per tutto il Made in Italy”.
“È un provvedimento – ha proseguito Martina – che si inserisce in una strategia più ampia a sostegno dei produttori risicoli in questa fase complessa. La scorsa settimana abbiamo firmato, con il Ministro Calenda, il decreto per rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine della materia prima sulle confezioni di riso. Andiamo avanti anche in Europa perché venga attivata la clausola di salvaguardia prevista dai trattati Eba in merito all’importazione di riso a dazio zero dai Paesi asiatici, una questione che penalizza fortemente i nostri risicoltori e che richiede un’azione convinta da parte dell’Ue. Serve un segnale chiaro da Bruxelles”.
LE NOVITÀ DEL DECRETO
Il Decreto nello specifico prevede:
– la riorganizzazione e semplificazione della normativa relativa alla commercializzazione del riso, che risaliva al 1958 e il suo adeguamento anche alla normativa europea;
– la salvaguardia delle varietà di riso italiane;
– il miglioramento genetico di nuove varietà e la valorizzazione della produzione risicola attraverso l’istituzione di un registro nazionale delle denominazioni dei risi tenuto dall’Ente risi; in particolare il provvedimento mira a dotare la filiera risicola di strumenti giuridici basati su criteri oggettivi e trasparenti e determinati per poter “classificare e qualificare”, dal punto di vista commerciale, l’inestimabile patrimonio varietale italiano. Sono 200, infatti, le varietà di riso iscritte nel registro nazionale e tale numero è di per sé sufficiente a porre in evidenza le dimensioni e l’importanza della realtà produttiva;
– la valorizzazione attraverso la denominazione “classico” in etichetta apporterà un valore aggiunto alle varietà di prodotto da risotto oggi più note e maggiormente utilizzate, che sono un patrimonio della filiera risicola italiana, come previsto dai principi e criteri direttivi per l’esercizio della delega;
– la tutela del consumatore con più trasparenza delle denominazioni sulle etichette;
– il rafforzamento dei controlli con il relativo nuovo apparato sanzionatorio.