La detenzione della giornalista italiana Cecilia Sala in Iran continua a destare preoccupazione, intrecciando questioni diplomatiche e giudiziarie che coinvolgono anche la politica interna italiana
di Massimiliano D’Elia
Cecilia Sala è attualmente detenuta nel carcere di Evin, noto per le dure condizioni di prigionia. La giornalista, in una telefonata recente alla famiglia, ha riferito di soffrire il freddo in una cella singola con solo due coperte e senza una brandina. Le luci restano accese giorno e notte, una pratica, definita da ex 007 italiani, come una sorta di “tortura bianca”. Per aggravare uteriormente il disagio della detenzione, le sono stati confiscati anche gli occhiali da vista.
Parallelamente, la magistratura italiana ha respinto oggi la richiesta di arresti domiciliari per l’ingegnere iraniano-svizzero Mohammad Abedini, arrestato il 16 dicembre 2024 a Malpensa. Abedini, accusato di traffico illegale di componenti elettronici per droni usati dai Pasdaran iraniani, resterà in carcere fino al 13 maggio 2025, quando è fissata l’udienza davanti al Tribunale di Milano.
Questa sera la madre di Cecilia Sala, Elisabetta Vernoni, ha incontrato la premier Giorgia Meloni in un colloquio definito “cordiale e profondo” durato 45 minuti. La donna, ai cronisti all’uscita di Palazzo Chigi, ha espresso fiducia nell’operato del governo italiano, lanciando un appello al fine di garantire migliori condizioni carcerarie per la figlia. Poi ha aggiunto, con una lucidità che non ha eguali in casi così drammatici, “non parliamo di tempistiche per la liberazione, ma Cecilia non ha commesso alcun reato”. “Io sono come mia figlia, un soldato, e quindi aspettiamo in silenzio: mi auguro solo che la vicenda non segni mia figlia a vita”, ha aggiunto la signora Vernoni.
La premier Meloni ha, pertanto, ribadito il massimo impegno del Governo nella vicenda. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani questa mattina ha fatto convocare dall’Ambasciatore Guariglia, l’Ambasciatore iraniano a Roma, Mohammad Reza Sabouri, per chiedere la liberazione immediata della connazionale, giunta in Iran con regolare visto giornalistico. L’Ambasciatore Guariglia ha, altresì, ribadito la richiesta di assicurare condizioni di detenzione dignitose, nel rispetto dei diritti umani, di garantire piena assistenza consolare alla connazionale, permettendo all’Ambasciata d’Italia a Teheran di visitarla e di fornirle i generi di conforto che finora le sono stati negati.
Così poi su X (ex twitter) l’Ambasciata iraniana a Roma ha commentato l’incontro:
Questa mattina, giovedì 2 gennaio 2025, S. E. Sig. Mohammadreza_Sabouri, Ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran a Roma, su invito del Sig. Riccardo_Guariglia Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri Affari d’Italia, ha avuto con lui un incontro presso lo stesso Ministero. In questo amichevole colloquio si è discusso e scambiato opinioni sul cittadino iraniano Mohammad Abedini, detenuto nel carcere di Milano con false accuse e della Signora Cecilia Sala, cittadina italiana, detenuta in Iran per violazione delle leggi della Repubblica islamica dell’Iran. L’ambasciatore del nostro Paese ha annunciato in questo incontro che sin dai primi momenti dell’arresto della signora Sala, secondo l’approccio islamico e sulla base di considerazioni umanitarie, tenendo conto del ricorrente anniversario della nascita di Cristo e dell’approssimarsi del nuovo anno cristiano, si è garantito l’accesso consolare all’ambasciata italiana a Teheran, sono state inoltre fornite alla signora Sala tutte le agevolazioni necessarie ,tra cui ripetuti contatti telefonici con i propri cari e ci si aspetta dal governo italiano, che reciprocamente oltre ad accelerare la liberazione del cittadino iraniano detenuto vengano fornite le necessarie agevolazioni assistenziali di cui ha bisogno.
La reazione delle opposizioni
Nel frattempo le opposizioni in Italia, pur mostrando vicinanza e sostegno all’azione del Governo, hanno intensificato la pressione sull’esecutivo. Matteo Renzi (Italia Viva) è stato tra i primi a criticare la gestione del caso da parte del Ministero degli Esteri, sottolineando il divario tra le informazioni ufficiali e le dure condizioni carcerarie denunciate dalla famiglia di Sala.
Dal Partito Democratico, Elly Schlein e Peppe Provenzano hanno chiesto un tavolo bipartisan per condividere le strategie adottate dal governo. Francesco Boccia e Chiara Braga, capigruppo del Pd, hanno sollecitato il coinvolgimento del Parlamento, dichiarando: “Confermiamo la disponibilità del Pd per un confronto diplomatico che favorisca la liberazione”.
Più Europa, attraverso Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, ha insistito sulla necessità di trasparenza. Il Movimento 5 Stelle, invece, ha mantenuto una posizione più defilata, senza dichiarazioni ufficiali, ma con voci interne che chiedono maggiore chiarezza sul piano d’azione governativo.
Angelo Bonelli (Verdi) ha invocato pragmatismo, suggerendo di considerare un possibile scambio di prigionieri.
Gli esperti avvertono che il mantenimento in carcere di Abedini potrebbe irrigidire le posizioni di Teheran, complicando le trattative. La vicenda di Cecilia Sala resta, pertanto, intrisa di implicazioni politiche, giudiziarie e umanitarie, in un delicato equilibrio tra diplomazia internazionale e dinamiche interne.
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