(Francesco Matera) Tra sardine in piazza e tonni nelle aule del parlamento, va sempre più di moda accostare le vicende politiche italiane a riferimenti ittici. Le sardine, 15mila a Bologna hanno dato una scossa alla sinistra. Come a dire, ci pensiamo noi dalle piazze a contrastare Matteo Salvini. Lunedì sera piazza Mazzini a Modena e dopo Piazza Maggiore, proprio nei luoghi dove parlerà Salvini. Il 30 novembre le “sardine” potrebbero fare tappa a Firenze.
Mattia Santori, Andrea Garreffa, Giulia Trappoloni e Roberto Moretti, quattro trentenni normali e mai stati in politica, fino a pochi giorni fa avevano in testa solo come dare solidità al loro futuro. Uno laureato in Economia e Diritto, l’altro in Scienze della comunicazione, lei fisioterapista, lui ingegnere. Scrive il Corriere della Sera, nell’appartamento di Mattia si sono ritrovati a pensare come arginare il vento leghista che soffia su Bologna. Con lo slogan “l’Emilia-Romagna non abbocca”, con il simbolo delle sardine hanno organizzato la manifestazione a Bologna
“Volevamo suonare la sveglia per la gente di sinistra” spiega Mattia, ispiratore del popolo delle sardine.
“Abbiamo ripreso ciò che ci appartiene utilizzando mezzi che il populismo non conosce: la gratuità, l’arte e le relazioni umane”, spiegano i quattro ragazzi bolognesi. Sono certi che il fenomeno non rimarrà isolato. Entusiasta anche il sindaco di Parma l’ex grillino Federico Pizzarotti lodando la loro impresa, per richiamare «un oceano di persone pacifiche e libere che hanno ridato vita e dignità alla piazza».
Mattia precisa di non aver mai fatto politica prima: “Siamo apartitici ma non apolitici. Ora il nostro impegno è strutturare una piattaforma per dare supporto a chi vorrà seguire le nostre orme. Daremo visibilità e aiuteremo nell’organizzazione”.
A quanto pare basta poco per far scendere la gente in piazza, grazie ai social. Un segnale che i politici tradizionali dovrebbero analizzare con maggiore attenzione. Dopo i grillini al governo, un giorno potrebbero salire le “sardine” e trasformarsi in comodi “tonni”.