Alle 18 di oggi (le ore 22.00 in Italia) si sono chiusi i seggi per il ballottaggio che segue il primo turno delle votazioni tenutosi il 19 novembre per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica del Cile.
Le prime indicazioni provenienti dai seggi in cui è in corso le spoglio delle schede per le elezioni del presidente della repubblica cilena danno in vantaggio il conservatore Sebastian Piñera con il 53,6% sull’avversario di sinistra Alejandro Guillier. Il campione comunque è ancora ridotto: si tratta del 9,55 percento dei seggi.
Il candidato conservatore alla presidenza del Cile, Sebastián Piñera, consolida il suo vantaggio di più di sette punti sull’avversario progressista, Alejandro Guillier,
Il miliardario moderato ed ex presidente Sebastián Piñera, che ha guidato il Paese dal 2010 al 2014, si è candidato per succedere a Michelle Bachelet (centrosinistra), che non può ricandidarsi. Ma i piani di Piñera sono stati ostacolati da Alejandro Guillier, senatore e con un passato da anchorman, candidato sostenuto proprio dalla maggioranza uscente di governo. Nel primo turno Piñera, che era dato per favorito, si è attestato al 36,64%, mentre Guillier ha ottenuto il 22,70%. I problemi per Piñera, però, vengono dai voti che ha raccolto la candidata della sinistra populista Beatriz Sánchez, arrivata terza con il 20,27%, e che ora potrebbero consolidare il suo sfidante.
Piñera ha ottenuto l’appoggio del presidente argentino, Mauricio Macri, mentre il rivale ha chiuso la sua campagna elettorale in un comizio con l’ex presidente dell’Uruguay, José Mujica, icona della sinistra latinoamericana.
“Le elezioni si chiuderanno probabilmente con uno scarto di meno di 20mila voti” tra i due, secondo il politologo Marcello Mella dell’Università di Santiago. Cruciale sarà il dato della partecipazione: nel primo turno ha votato solo il 46,7%. Va considerato che il Cile ha abolito sei anni fa la norma del voto obbligatorio. Un’alta affluenza potrebbe dare un vantaggio a Guillier, secondo gli analisti. Piñera, che ha una fortuna secondo Forbes di 2,7 miliardi di dollari, ha promosso la sua candidatura sottolineando di essere il più esperto nella gestione e guida dell’economia del Paese. “Non sto promettendo il paradiso in terra, ma prometto che il Cile crescerà in maniera decisa”, ha dichiarato in un dibattito elettorale. Le esportazioni di rame, che contribuiscono in maniera preponderante all’economia cilena, stanno aumentando grazie alla richiesta che proviene dalla Cina e dalla produzione di auto. Il Pil dovrebbe crescere dell’1,4% quest’anno, il dato più basso degli ultimi otto anni.
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