WhatsApp ancora nel mirino del Great Firewall cinese. Dopo giorni di disfunzioni al servizio di messaggistica operato da Facebook, da ore, molti utenti lamentano di non potere inviare messaggi di testo sulla piattaforma senza l’utilizzo di un vpn (virtual private network) per aggirare le barriere della censura di Pechino sul web. Alcuni utenti hanno segnalato, invece, un funzionamento discontinuo del servizio. Il blocco non sarebbe completo, anche se decisamente esteso. Non e’ la prima volta che WhatsApp finisce nel mirino della censura: gia’ a luglio scorso erano state riscontrate disfunzioni, che riguardavano, pero’, l’invio di immagini e le video chat. In diversi casi, anche in passato, la censura informatica di Pechino non ha completamente bloccato un servizio ma lo ha rallentato al punto da renderlo comunque inutilizzabile. Secondo un esperto sentito dal New York Times, gli uomini del Great Firewall potrebbero avere sviluppato un sistema in grado di interferire con i messaggi crittografati della chat. L’ultimo giro di vite cade a poche settimane dal diciannovesimo Congresso del Partito Comunista Cinese, il cui inizio e’ previsto per il 18 ottobre prossimo. La Cina ha gia’ pronta la risposta a WhatsApp, la popolare piattaforma di messaggistica istantanea WeChat, operata dal gruppo TenCent, osservante delle linee del governo e che non utilizza un sistema di crittografia. Anche per WeChat, pero’, si preannunciano tempi duri. La piattaforma di TenCent assieme al forum Tieba di Baidu e alla piattaforma di microblogging Weibo, operato da Sina, sono stati multati dalla Cyberspace Administration of China, l’ente di sorveglianza di internet, per la presenza di contenuti vietati sulle proprie piattaforme. I tre i giganti dell’internet cinese hanno avuto la sanzione piu’ alta, che dovrebbe aggirarsi attorno ai 500mila yuan, (circa 64mila euro), stando alle norme vigenti. Anche se WhatsApp e’ ancora utilizzabile attraverso un vpn, il futuro delle reti private virtuali che aggirano le barriere della censura cinese e’ da tempo incerto: durante la scorsa estate, molte di queste reti sono state bloccate e in piu’ di un caso i gestori di vpn hanno dovuto scusarsi con i clienti e rifonderli delle spese sostenute per il sistema acquistato.