Sono circa 500 i pellegrini che si sono presentati sul lato palestinese del valico di Rafah, in occasione del primo giorno di apertura del varco che consente l’accesso all’Egitto. Lo riferisce oggi il dipartimento per il transito di Gaza attraverso un comunicato, precisando che le 500 persone si recheranno in Arabia Saudita, passando per l’Egitto, per effettuare il pellegrinaggio musulmano annuale (Hajj). Lo scorso 25 agosto le autorità del Cairo hanno annunciato che il valico di Rafah sarebbe stato aperto oggi e domani, 28 agosto, in occasione della Eid al Adha (Festa del sacrificio, periodo in cui avviene il pellegrinaggio), prevista quest’anno tra il 31 agosto e il 4 settembre. Lo scorso 22 agosto il quotidiano israeliano “Haaretz” ha riportato la notizia secondo cui il valico dovrebbe essere aperto ad intervalli regolari da settembre, subito dopo la fine della Eid al Adha. L’apertura del valico dovrebbe seguire il completamento di lavori di rinnovamento in corso dallo scorso marzo. Nel 2017 il valico è rimasto aperto soltanto per 14 giorni ed è sempre condizionato dalle misure di sicurezza. I rinnovamenti riguardano anche l’installazione di un sistema di controllo gestito da computer che si trovano al Cairo, consentiranno il transito di merci e proteggeranno il valico da possibili attacchi terroristici. L’apertura di Rafah era stata preannunciata la scorsa settimana dal leader del movimento palestinese di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, nel corso di un incontro con i giornalisti. Secondo quanto riportato lo scorso 13 agosto dal sito internet informativo “Falastin al Youm” le autorità egiziane non hanno confermato l’apertura del valico dopo la Eid el Adha. Secondo “Haaretz”, l’apertura regolare del valico di Rafah rientra nell’accordo raggiunto in occasione degli svariati incontri fra funzionari dell’intelligence egiziana, esponenti di Hamas e rappresentanti del movimento palestinese di Fatah legati a Muhammad Dahlan. La possibile apertura del valico di Rafah su base regolare rientra nel quadro di un avvicinamento tra Hamas e la fazione di Fatah legata a Dahlan con il sostegno dell’Egitto, dove negli ultimi mesi vi sono stati numerosi incontri. Lo scorso 17 agosto gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato che doneranno circa 15 milioni di dollari al mese a partire da settembre alla Striscia di Gaza per finanziare attività umanitarie. Lo ha riferito Samir al Mashharawi, uomo vicino al rivale del presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, Mohammad Dahlan, legato ad Abu Dhabi. La decisione avviene in concomitanza con l’avvicinamento tra il movimento che governa la Striscia di Gaza, Hamas, e Dahlan, esponente di Fatah espulso da Gaza e spedito in esilio ad Abu Dhabi nel 2012. Lo scorso mese di giugno e nei giorni scorsi la leadership di Hamas si è recata al Cairo dove ha incontrato proprio Dahlan. In seguito alla stretta di Abbas su Gaza, con tagli ai sussidi per l’elettricità e agli stipendi dei dipendenti amministrativi, oltre che ai media legati a Dahlan, il rivale dell’anziano leader dell’Anp e Hamas sono accomunati da un “nemico” comune. I fondi emiratini giungeranno alla Commissione di responsabilità congiunto palestinese per garantire assistenza umanitaria e portare avanti progetti di sviluppo nell’enclave. La Commissione è stata creata alla vigilia degli incontri avvenuti di recente fra Dahlan e i leader di Hamas al Cairo. La stretta sulla libertà di espressione sul web stabilita da Abbas giunge in un momento in cui Hamas e Dahlan, esponente di Fatah, sembrano aver
superato le loro antiche rivalità per avviare una “condivisione di potere” a Gaza a scapito proprio
dell’anziano leader dell’Anp. I sondaggi rivelano che i due-terzi della popolazione palestinese vorrebbero le
dimissioni di Abbas, eletto per cinque anni nel 2005, ma tuttora al potere a Ramallah a causa delle divergenze
politiche con Hamas che hanno impedito le elezioni. Lo scorso 7 agosto, un analista israeliano citato dal quotidiano israeliano “Yediot Ahronot” ha rivelato che gli incontri tra rappresentanti della sicurezza del Cairo e di Gaza si inserisco in un piano più ampio che riguarda il cosiddetto “piano del secolo” per il ritorno di Dahlan nell’enclave dieci anni dopo averla lasciata. La “prova generale” per Dahlan, che cerca di conquistare il Palazzo Muqata’a e prendere il posto del presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas, sarebbe stata pianificata da Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Stati Uniti e Israele, rivela “Yediot Ahronot”.