Si tiene oggi, presso la sede dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) di Roma, la conferenza “Ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico”, promossa dall’agenzia con lo scopo di confrontarsi con i protagonisti del sistema nazionale della cooperazione e delle principali istituzioni internazionali sul contributo di ricerca e innovazione tecnologica al trasferimento di competenze, capacità professionali e finanziarie per gli obiettivi dell’Agenda 2030 e lo sviluppo socio-economico nei paesi terzi, con particolare riferimento anche a quelli d’origine delle migrazioni. All’evento, che sarà inaugurato dal presidente di Enea, Federico Testa, interverranno, fra gli altri, Gabriella Rossi Crespi del ministero dell’Ambiente; il direttore dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo (Aics), Laura Frigenti; il responsabile per la Cooperazione internazionale di Cassa Depositi e Prestiti, Bernardo Bini Smaghi. A conclusione dell’evento è previsto l’intervento del viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico. La giornata sarà’ inoltre l’occasione per presentare l’Atlante Enea dei progetti e delle tecnologie per la cooperazione e i recenti accordi di collaborazione con Farnesina, Aics, ministero dell’Ambiente, Unido-Itpo, organizzazioni non governative e con l’Accademia delle scienze Twas per la mobilità sud nord dei ricercatori.
Così il presidente Enea Testa a “Nova”: In questo momento storico la cooperazione allo sviluppo “riveste un ruolo fondamentale nelle scelte politiche e programmatiche dei governi e attira l’attenzione dell’opinione pubblica”, per noi “è un tema di grande rilievo e proprio per questo, a due anni dalla definizione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, abbiamo voluto organizzare una giornata di approfondimento e di confronto con i protagonisti del sistema nazionale della cooperazione e delle principali istituzioni internazionali con le quali stiamo sempre più rafforzando le relazioni”. E’ quanto dichiarato ad “Agenzia Nova” dal presidente dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), Federico Testa, alla vigilia della conferenza “Ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico”, promossa dall’agenzia e in programma nella giornata di domani a Roma. “E’ utile richiamare il rapporto Ocse del 2017 che mostra che sono i paesi di destinazione ad alto reddito ad attirare i flussi migratori, richiamando circa i due terzi dei migranti globali. E’ in questa più ampia cornice, oltre che della recente riforma del settore della cooperazione, che l’Enea ha deciso di rafforzare l’impegno in questo settore, mettendo a disposizione competenze ed eccellenze tecniche multidisciplinari e specialistiche, contestualizzate alle esigenze dei paesi terzi”, ha spiegato Testa. “Ad oggi, puntiamo sulla sinergia tra la specializzazione di Enea, le organizzazioni della società civile – che meglio conoscono i contesti e le esigenze di specifiche aree dei diversi paesi terzi – e l’impegno degli attori istituzionali, come ad esempio il ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo”. Per il prossimo futuro, ha proseguito il presidente di Enea, “l’orientamento è verso i progetti di co-sviluppo con le diaspore africane in Italia e verso progetti di educazione alla cittadinanza globale su energia, ambiente e uso sostenibile delle risorse naturali nelle scuole italiane, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, con l’intenzione di poter replicare i successi del programma ‘educarsi al futuro’. Inoltre, alla luce del protocollo di intesa con il ministero dell’Ambiente, sarà sempre più rilevante il contributo di Enea nei progetti di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico che il Matam sta finanziando, nel quadro dei piani di collaborazione bilaterale sviluppati in seguito all’Accordo di Parigi del 2015, nei paesi più vulnerabili e nei piccoli stati insulari in via di sviluppo, riconoscendo un ruolo significativo all’innovazione e al trasferimento tecnologico”. Nell’ambito di convenzioni con il Mattm, ha ricordato Testa, “Enea ha predisposto negli ultimi due anni la progettazione di 31 interventi in 19 paesi in via di sviluppo (Kiribati, Isole Solomon, Vanuatu, Palau, Tonga, Micronesia, Maldive, Comore, Botswana, Lesotho, Swaziland, Etiopia, Gibuti, Sudan, Libano, Iran, Cuba, Dominica e Barbados) per un ammontare complessivo di circa 19 milioni di euro. Gli interventi rientrano nel quadro dell’Accordo di Parigi, adottato alla Cop21, che prevede, tra l’altro, la copertura economica, da parte dei paesi industrializzati, di azioni per il trasferimento ai paesi in via di sviluppo di tecnologie, metodologie e approcci atti a contrastare gli impatti dei cambiamenti climatici. Questi interventi implicano anche una forte componente di trasferimento tecnologico, per la quale Enea contribuisce fortemente a mettere in contatto la domanda tecnologica dei paesi in via di sviluppo con l’offerta tecnologica delle imprese italiane”. Quanto alle competenze che l’Agenzia mette a disposizione, esse riguardano settori come l’energia pulita da fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, l’uso sostenibile delle risorse quali l’acqua ed il suolo, anche le sfide che pone il clima che cambia e l’impatto che questo ha sull’ambiente, sulla salute e sull’agricoltura. Ultimo ma non meno importante, ci occupiamo dell’impatto dell’innovazione sul sistema agro-industriale. “Le attività si indirizzano al trasferimento tecnologico, alla formazione, all’assistenza tecnica in ambito nazionale e internazionale; stiamo inoltre cercando di rafforzare la rete di scambio con i soggetti della cooperazione allo sviluppo, con network nazionali ed internazionali (Res4Med, Res4Africa) e accordi di collaborazione con diverse agenzie delle Nazioni Unite quali Fao, Unido Itpo Italy, Unep. Inoltre, attraverso accordi di collaborazione con il Centro internazionale di fisica teorica Abdus Salam, e con la World Academy of Sciences for the advancement of science in developing countries (Twas) di Trieste, offre l’opportunità a ricercatori dei paesi in via di sviluppo di svolgere attività di ricerca presso i propri laboratori tramite borse di studio”. “Per favorire il trasferimento tecnologico nei paesi in via di sviluppo e far conoscere le proprie competenze a quanti operano nel settore – ha proseguito Testa – l’Enea ha anche realizzato l’Atlante delle tecnologie e dei progetti per l’Agenda 2030 e la cooperazione allo sviluppo, una banca dati consultabile on line con le schede di progetti e tecnologie sostenibili e ottimizzate per i contesti locali, che favoriscano – ove possibile – sinergie con realtà nazionali. A livello di aree geografiche, il presidente Testa ha ribadito la centralità del continente africano nelle attività dell’Agenzia. “Il continente africano è strategico per il nostro paese per il ruolo che ricopre negli equilibri geopolitici mondiali, per la vicinanza, come interlocutore primario per la gestione del fenomeno migratorio, ma anche per problemi drammatici che sta vivendo e che non possono lasciarci indifferenti. Nell’Africa sub-sahariana circa 600 milioni di persone non hanno accesso all’energia elettrica. L’accesso ad energia a basso costo, pulita e sicura per la popolazione africana è considerata un requisito indispensabile per lo sviluppo. Su questo fronte – ha spiegato Testa – abbiamo maturato competenze specifiche anche attraverso progetti sviluppati sul territorio”. “L’esperienza più significativa in Africa sub-sahariana riguarda il Senegal, dove siamo presenti da circa 5 anni, in particolare nella regione di Matam per fornire supporto tecnico-scientifico ad alcune organizzazioni non governative impegnate in progetti per lo sviluppo agricolo della regione e la coltivazione di terreni a rischio desertificazione con tecnologie innovative. In particolare, sono stati abbinati impianti fotovoltaici con elettropompe ad alta efficienza per l’irrigazione. Queste esperienze – ha osservato il presidente dell’Enea – si sono tradotte nella definizione di un modello Enea per il dimensionamento energetico-economico di impianti fotovoltaici, di facile utilizzo da parte dei tecnici locali e che ha dimostrato un elevato grado di replicabilità. Un’altra tecnologia promettente è il solare termodinamico a concentrazione (Csp), che sfrutta l’energia solare integrata con altre fonti energetiche localmente disponibili”. Grazie ai finanziamenti comunitari e a partenariati internazionali con istituzioni e operatori di settore, “abbiamo messo a punto metodi avanzati per la progettazione e realizzazione di impianti multi-generativi di varie tipologie e dimensioni. Installazioni pilota sono state realizzate in Giordania ed Egitto, dove nella regione di Alessandria si sta per inaugurare un impianto Csp da 1 megawatt (Mw), in grado di soddisfare i consumi di mille famiglie e produrre circa 250 metri cubi al giorno di acqua dissalata per diversi utilizzi. E questi sono solo alcuni dei possibili esempi del ruolo che Enea può rivestire nel partenariato con chi sta sul campo come le Ong o gli organismi internazionali per rendere disponibili tecnologie appropriate e sostenibili ed esperienza”.