Secondo quanto riportato dall’agenzia Nova, il presidente boliviano Evo Morales si è riunito con il comando delle Forze armate per coordinare il dispiegamento di 3.500 militari e poliziotti in occasione del IV vertice dei paesi esportatori di gas (Gefc) in agenda da oggi al 24 novembre. Le Forze armate, scrive il quotidiano “Los Tiempos”, metteranno in campo 1.850 militari a presidio soprattutto delle strutture alberghiere, dell’aeroporto internazionale di Viru Viru, della zona fieristica e delle principali vie della città. Il controllo dei punti nevralgici si effettuerà grazie anche all’aiuto dei 1500 agenti di polizia.
La prima riunione sulla sicurezza dell’evento si era tenuta la settimana scorsa negli uffici un tempo dell’Usaid, l’agenzia degli Stati uniti per lo sviluppo internazionale che La Paz ha allontanato dal paese nel 2013 con l’accusa di aver cospirato. All’evento, ha confermato domenica il ministro degli Idrocarburi Luis Alberto Sanchez, partecipano 17 ministri e almeno 27 imprese del settore, tra cui – scrive il quotidiano “La Razon” – rappresentanti della russa Gazprom, della venezuelana Pdvsa, dlele argentine Ypf e Pluspetrol, della spagnola Repsol e della britannica Shell. “Possiamo dire che siamo nella seria A dei paesi esportatori, perché hanno confermato la loro presenza al foro le organizzazioni più importanti del mondo”, ha detto Sanchez all’agenzia “Abi”.
A Santa Cruz sono attesi tra gli altri i segretari generali dell’Agenzia internazionale dell’energia (Aie), dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) oltre che del Gefc. Smentita invece la notizia, circolata nelle settimane scorse, della partecipazione del presidente russo Vladimir Putin. “Non è nel programma del presidente”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, all’agenzia russa “Sputnik”. Nei giorni scorsi si era parlato anche della partecipazione dei presidenti di Argentina e Perù, Mauricio Macri e Pedro Pablo Kuzcynski. Al foro, spiega ancora il ministro Sanchez, saranno presenti rappresentanti dei governi di Russia, Iran, Qatar, Algeria, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Guinea Equatoriale, Libia, Nigeria, Bolivia, Venezuela, Trinidad e Tobago, oltre a osservatori da Olanda, Iraq, Oman, Perù, Norvegia, Kazakistan, e Azerbaigian.
All’appuntamento, in cui si parlerà di domanda e offerta del gas oltre che di nuovi mercati, la Bolivia si impegnerà nella promozione di 80 aree per lo sfruttamento dell’idrocarburo. “La Bolivia gode di buoni sbocchi commerciali, di una posizione geografica molto buona, dispone di logistica e di condotti al livello”, ha detto il ministro “soddisfatto” di poter “promuovere le aree”. L’idea di La Paz, hanno ripetuto nel tempo i vari esponenti di governo, è quella attrarre capitali per portare avanti il programma di esplorazione e sfruttamento delle risorse, aumentando non solo le riserve ma anche la produzione e le entrate a favore dell’erario pubblico. Il Gefc ha sede a Doha ed è attivo dal 2008 nonostante la sua costituzione sia avvenuta nel 2001. Fanno parte del Forum: Iran, Russia, Algeria, Bolivia, Egitto, Guinea Equatoriale, Libia, Nigeria, Qatar, Trinidad e Tobago, Venezuela ed Emirati Arabi Uniti. I paesi osservatori del Gefc sono: Olanda, Norvegia, Iraq, Oman, Perù e Azerbaigian. Gli Stati membri del Gefc detengono il 70 per cento delle riserve di gas mondiali e il 42 per cento della produzione di gas. Il gas naturale è uno dei principali prodotti di esportazione della Bolivia. La maggior parte delle riserve si trovano nella regione orientale del paese, mentre per i più importanti gasdotti esportano il gas verso Argenti e Brasile. Nel 1994 il settore del gas naturale è stato privatizzato, ma con la salita al potere di Evo Morales nel 2006 è stato nuovamente nazionalizzato.