Dall’elezione del presidente Donald Trump, la questione della sicurezza delle frontiere tra gli Stati Uniti e il Messico è stata uno dei temi principali del dibattito nazionale. Ma l’attenzione incessante al confine meridionale degli Stati Uniti è dovuta ai media e ai politici che ignorano le preoccupazioni di sicurezza emanate dal Canada.
In un editoriale interessante pubblicato sul giornale degli Emirati in lingua inglese The National, Stephen Starr utilizza alcuni dati statistici per sostenere che il flusso dell’estremismo dal Canada verso gli Stati Uniti potrebbe rappresentare per Washington una preoccupazione per la sicurezza maggiore rispetto ai flussi di immigrazione dal Messico.
Secondo fonti del governo degli Stati Uniti, sei stranieri i cui nomi erano presenti sul Terrorist Screening Database (TSDB) – la lista di controllo terroristica centrale gestita dal Federal Terrorist Screening Center del Federal Bureau of Investigation – hanno tentato di entrare negli Stati Uniti dal Messico nella prima metà del 2018. Starr sottolinea che nello stesso periodo, non meno di 41 stranieri che erano nel TSDB hanno cercato di entrare negli Stati Uniti dal Canada. Negli ultimi tre anni e mezzo, quattro residenti canadesi sono stati accusati di aver compiuto o cospirato per compiere attacchi terroristici sul suolo americano.
Si tratta di un palestinese che vive a Toronto e un tunisino che vive a Montreal, che avevano pianificato di far deragliare un treno passeggeri per il viaggio dall’Ontario a New York. Entrambi sono stati arrestati. Un altro abitante del Canada, Abdulrahman el-Bahnasawy, è stato condannato a 40 anni di prigione per aver tentato di piazzare bombe a New York a Times Square e su un treno della metropolitana di New York.
El-Bahnasawy, che aveva 20 anni quando fu condannato, era stato guidato direttamente dai seguaci dello Stato islamico nelle Filippine e in Pakistan. Starr nota che si ritiene che circa 200 cittadini e residenti canadesi abbiano viaggiato all’estero per combattere per lo Stato islamico e che circa 60 di questi siano tornati in Canada.
Nonostante queste preziose informazioni, l’agenzia di controllo doganale e di frontiera degli Stati Uniti (CBP), la principale organizzazione di controllo delle frontiere dell’America, che opera sotto il Dipartimento della Sicurezza Nazionale, sembra ignorare il confine settentrionale del paese. Vale la pena notare che il confine lungo 5,525 miglia è il più lungo del mondo, ma è monitorato da non più di circa 2.000 agenti CBP. Al contrario, oltre 16.000 agenti del CBP tengono d’occhio i confini dell’America con il Messico. Rispondendo alle pressioni politiche della Casa Bianca, il CBP continua a mandare più agenti verso il confine meridionale. Nel frattempo, le richieste dei supervisori del CBP lungo il confine canadese di aumentare la forza di 200 agenti rimangono inascoltate.