Le autorità della Repubblica democratica del Congo hanno reso noto che un gruppo armato, già noto per avere ucciso in passato alcuni membri del personale delle Nazioni Unite, ha lanciato un nuovo attacco nel sud del Paese massacrando almeno otto persone. Il gruppo sarebbe legato al defunto capo tribale Kamwina Nsapu e l’attacco è avvenuto venerdì scorso. Tra le vittime c’è anche la moglie di un funzionario amministrativo. Joseph Mbuyi Mubenga ha precisato che gli assalitori dopo avere ucciso la moglie, hanno mutilato il suo corpo, decapitandola e hanno fatto ritrovare per strada la sua testa, le mani ed i piedi. Mubenga ha poi aggiunto ad una emittente vicina alle Nazioni Unite, Radio Okapi, che i miliziani hanno anche dato alle fiamme gli uffici amministrativi, una prigione e ad un convento di suore. Dallo scorso agosto sono aumentati gli episodi di violenza in tre province meridionali del Congo, con un bilancio di oltre 400 civili massacrati, inclusi due esperti Onu ed i loro interpreti. Decine le fosse comuni trovate da rappresentanti ONU.
Peccato che nessuno ne parli di questo bollettino di guerra. Una guerra vile, infame, dove ogni mattina non si sa se si arriva alla sera. Una guerra dove i civili sono bersagli privilegiati. Una guerra che non interessa a nessuno.