Finalmente una buona notizia, forse……la missione Onu in Repubblica democratica del Congo (Monusco) rafforza la sua presenza nel Kasai, regione scossa nelle ultime settimane da violenti scontri interni che hanno causato centinaia di vittime tra i civili e un gran numero di sfollati.
L’arrivo di nuovi caschi blu porta a 300 i caschi blu tra le cinque province che compongono il Kasai. “Non è molto, ma continuiamo a monitorare la situazione, in quanto al protezione dei civili resta la nostra principale preoccupazione”, il commento alla conferenza stampa di ieri del rappresentante speciale Onu nel paese, David Gressly, il quale ha spiegato che la missione ha anche il compito di promuovere l’iscrizione dei cittadini ai registri elettorali, “fondamentale per dare credibilità alle prossime elezioni”. Elezioni che molti congolesi sperano si terrano al massimo entro il 2018. Le violenze contro la popolazione nel Kasai sono una rappresaglia portata avanti da un gruppo armato locale, dopo l’uccisione ad agosto scorso del loro leader Kamuina Nsapu da parte dell’esercito.
Il rapporto interno dell’Onu, scrive l’agenzia di stampa, parla di abusi sessuali da parte dei caschi blu dello Sri Lanka ad Haiti su bimbi anche di 12 anni e cita l’intervista ad una ragazza – conosciuta come ‘V01’, ovvero ‘Vittima n. 1’ – che dai 12 ai 15 anni, quando il suo seno non era ancora sviluppato, ha detto di avere fatto sesso con circa 50 caschi blu incluso un “comandante” che le ha dato 75 centesimi. Ma questa sembra essere solo la punta dell’iceberg. Dall’inchiesta dell’Ap, che ha riguardato le missioni Onu negli ultimi 12 anni, sono emersi infatti circa 2.000 presunti casi di abusi sessuali da parte dei caschi blu ed altro personale Onu nel mondo. E oltre 300 di questi casi vedono come protagonisti i bambini.