Il Segretario alla Difesa Jim Mattis sta sensibilizzando il Congresso Usa per consentire alla Turchia di acquistare il velivolo della Lockheed Martin F-35. Non permettere l’acquisto causerebbe un’interruzione nella catena di fornitura internazionale con conseguenti ritardi ed aumento dei costi per gli aerei.
“In questo momento, mi oppongo alla rimozione della Turchia dal programma F-35”, ha detto Mattis in una lettera ai parlamentari che hanno negoziato la legge sull’autorizzazione ai programmi di difesa nazionale del 2019. La Turchia, un alleato della NATO che ha investito $ 1,25 miliardi nel programma dal 2002, prevede di acquistare 100 velivoli.
“Se oggi la catena di fornitura turca venisse interrotta, ciò causerebbe una interruzione della produzione degli aeromobili, ritardando la consegna di 50-75 F-35 e si impiegherebbero almeno 18-24 mesi per riorientare le parti e recuperare il tempo perduto”.
I piani del Pentagono prevedono l’acquisizione di un totale di 2.456 F-35. Ci si aspetta che gli alleati acquistino centinaia di F-35 aggiuntivi, e otto nazioni, tra cui Giappone, Corea del Sud, Danimarca e Norvegia, sono partner di condivisione dei costi nel programma insieme con gli Stati Uniti.
Le motivazioni alla base dette titubanze del congresso sono le attività non gradite della Turchia. L’acquisto del sistema missilistico russo S-400 e la detenzione del pastore americano Andrew Brunson.
Mattis, nella lettera del 7 luglio, ha assicurato i parlamentari che l’amministrazione Trump stava pressando la Turchia su entrambi le questioni e che riconosceva le preoccupazioni del Congresso circa la “deriva autoritaria della Turchia e le ripercussioni sui diritti umani e lo stato di diritto”.
I funzionari della NATO hanno già avvertito di “conseguenze necessarie” per la Turchia se dovesse acquistare l’S-400, che come ovvio non può operare con i sistemi della Nato presenti sul territorio Turco.
Funzionari turchi hanno minacciato rappresaglie se gli Stati Uniti decidessero di non vendere più l’F-35 e hanno difeso la scelta di acquistare il sistema di difesa missilistico russo S-400 come seconda opzione solo perché gli alleati della NATO hanno rifiutato di vendere sistemi di difesa aerea occidentali.
La situazione rimane fluida e una decisione definitiva non è stata ancora presa. Gli interessi dell’industria militare probabilmente riporteranno la questione nell’alveo della ragionevolezza e della risoluzione delle problematiche sollevate da entrambi le parti in causa.