#Eurogruppo e #Ecofin già a luglio potrebbero far scattare l’apertura formale della procedura di infrazione per deficit eccessivo.
(di Massimiliano D’Elia) Ieri il comitato economico e finanziario ha approvato la conclusione tecnica della Commissione Ue, confermando che l’Italia ha violato il patto di stabilità per il 2018 e il 2019.
Subito dopo, il presidente della Commissione Ue #Juncker è stato lapidario: “L’Italia corre il rischio di restare intrappolata per anni in una procedura per deficit eccessivo, dipenderà dagli impegni che il Governo prenderà”.
Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe #Conte ha controbattuto: “All’amico Juncker ricordo che ha ammesso che la Ue con la Grecia ha sbagliato”.
Conte già prima dell’annuncio di Juncker aveva detto: “Sarebbe estremamente dannosa sia per le prospettive di crescita del nostro Paese che per l’intera Eurozona e ci esporrebbe a una fibrillazione dei mercati incontenibile”.
Giovanni #Tria ha fatto sponda a Conte dicendo: “E nostro interesse trovare un accordo, il Governo è determinato a perseguire l’obiettivo di saldo strutturale e ad adottare tutte le cautele e le iniziative, senza incidere sui servizi per il welfare”.
Il premier Conte oggi ha convocato una riunione a Palazzo Chigi con i suoi due vice premier, il ministro Tria e una pletora di tecnici dal ministero dell’Economia. L’obiettivo è quello di gettare subito le basi della manovra per il 2020: “La manovra va impostata subito, perché è soprattutto sui conti 2020 che si gioca la forza della risposta italiana a Bruxelles”.
Alle 14.00 di ieri il ministro Tria ha poi letto l’informativa alle Camere sulla procedura di infrazione, rivolgendo un appello alla maggioranza: “Siamo un Paese fondatore della Ue e siamo stati uno dei principali promotori e fondatori della moneta unica. Le regole Ue vanno cambiate ma è nel nostro interesse arrivare a un compromesso e normalizzare definitivamente le condizioni del nostro mercato dei titoli di Stato. Perché la sua solidità è fondamentale non solo per i risparmiatori e le istituzioni finanziarie del Paese, ma anche e soprattutto per una vera ripresa dell’economia”.
Tria ha poi incalzato: “Il Parlamento ha impegnato il Governo a cercare misure alternative alle clausole Iva, che sono legge dello Stato, e procedere con la riforma fiscale pur nel rispetto dei saldi di finanza pubblica indicati nel Def”.
L’idea di Tria è quello di comunicare quanto prima alla Commissione Ue un deficit 2019 in riduzione verso quota 2,1-2%, grazie al denaro “cash”, subito disponibile, derivante dai risparmi per reddito di cittadinanza e quota 100. La platea degli interessati è stata inferiore alle stime.
Poi occorre confermare il taglio del disavanzo dello 0,3% per l’anno prossimo, per portare l’asticella del deficit all’1,7-1,8 percento.
Salvini ieri ha potuto festeggiare il decreto sicurezza bis, ha però subito rilanciato invocando di approvare quanto prima anche la flat tax.
Questo è il vero nodo: “23 miliardi per le clausole di salvaguardia dell’Iva e oltre 35 miliardi di euro per la flat tax e salario minimo”. Un traguardo irrealizzabile, se non andare sempre più in deficit.
Per reperire parte del denaro necessario, tra le misure a cui starebbe pensando il governo, su proposta di Salvini, anche una tassazione minima al denaro custodito nelle cassette di sicurezza.
L’aspetto più importante e che fa ben sperare è che già da oggi il Governo vuole iniziare a discutere della prossima legge di Bilancio.