(di Massimiliano D’Elia) Non è passato inosservato che per la risposta alla lettera di Bruxelles si erano mossi solo #Salvini e gli economisti della Lega. L’incontro in via XX Settembre l’altro giorno. Ieri è iniziata a circolare sui media una lettera con tanto di firme e carta intestata. I contenuti erano molto destabilizzanti. Si promettevano misure pesanti sul welfare con forti penalizzazioni per quota 100 e reddito di cittadinanza.
“Terremoto”….Di Maio ha disconosciuto i contenuti e chiamato subito Tria per chiarimenti. Stessa cosa Giuseppe Conte, allarmato dalla fuga di notizie del ministero del Tesoro. Conte ha sensibilizzato Tria ad esperire indagini interne per stanare la “manina” – procedendo anche per via giudiziale – che ha fatto uscire un falso d’autore altamente destabilizzante per i mercati e per il Paese.
La risposta di Tria non ha convinto proprio tutti, in molti lo accusano di avere già la tessera della Lega. La lettera divulgata non è frutto dei lavori del dicastero. La lettera, quella vera, secondo Tria non era stata ancora prodotta perchè necessita di un parere condiviso tra il premier e i due vice premier. Alle 22.00 finalmente è partita, con piccole variazione rispetto alla presunta lettera fake. Nel testo finale restano i risparmi sui fondi per il nuovo welfare e salta soltanto il riferimento esplicito al reddito di cittadinanza e a quota 100.
Non è neanche un caso che Giuseppe #Conte, ormai stufo di essere messo in mezzo a questi “teatrini” abbia detto: “Lunedì parlerò agli italiani. Serve chiarezza e bisogna finirla con gli strappi. Ora la campagna elettorale è terminata, le scorie e l’eccitazione vanno smaltite e illustrerò quali sono le condizioni per andare avanti. Non posso continuare così, ogni giorno con un ultimatum di Salvini. Così non si può andare avanti e se continua così torno a fare l’avvocato.”
Tra le condizioni di Conte l’indispensabile equilibrio tra le due forze politiche nel senso delle proposte e delle misure da adottare, con il riconoscimento del ruolo del premier, senza invasioni di campo.
Una specie di diktat a Salvini che ogni giorno detta un’agenda, come premier ombra, fatta di proposito per far saltare i nervi ai 5Stelle. Tav, autonomia differenziata, flat tax e no al “Salva Roma” e a una riforma della giustizia come vorrebbero i grillini. Più un condono tombale e lo stop al codice degli appalti per due anni. Condizioni inaccettabili da parte dei grillino che sono sempre più sul piede di guerra.
Di Maio, fresco di conferma a guida del partito, non può far altro che cedere qualcosa a Salvini, sperando che il leader del carroccio accetti. Salvini probabilmente vuole portare allo stremo i 5S per far aprire a loro una crisi di governo e farli capitolare definitivamente.
Sacrificabile subito è Danilo Toninelli che potrebbe essere sostituito con il capogruppo pentastellato in Senato Stefano Patuanelli. A rischio anche Elisabetta Trenta (Difesa) e Sergio Costa (Ambiente), Giulia Grillo (Sanità).
Salvini quasi sicuramenre non accetterà la sostituzione di ministri 5Stelle con altri del Movimento. Vorrà equilibrare il numero dei ministri in seno al Consiglio dei Ministri, visto che in Parlamento permane la maggioranza dei pentastellati.
Lunedì forse si riuscirà capire la direzione che questo governo intende intraprendere.