Il premier italiano Giuseppe Conte da Londra, nel bel mezzo del vertice Nato, si è fatto intervistare dalla stampa: “Sul Mes ho ricostruito quello che è accaduto, e sino a quando non si appone una firma ci sono sempre margini per migliorare un Trattato, non mi interessa se gli altri Paesi considerano chiuso l’accordo. Nemmeno per sogno, ci sono 19 Paesi che stanno scrivendo una riforma, c’è una sintesi nazionale da fare e poi una europea. Se tu mi porti sull’unione bancaria un progetto che all’Italia non piace io non firmo il Mes, e non è un ricatto, questa è logica di pacchetto, mettere in discussione tutto. State sicuri che non ci faremo fregare“.
“Non escludo un rinvio del Mes. Abbiamo evitato già tante insidie, io non ho abbracciato in Parlamento fideisticamente il Mes. Però bisogna dire che esiste già. Bisogna evitare la fanfara propagandistica che fa salire lo spread, l’Italia ha un debito sostenibile e il Mes si attiva su base volontaria. Ci siamo battuti perché la valutazione del debito non fosse automatica. Abbiamo evitato dei peggioramenti, gli aiuti vengono dati direttamente alle banche e non allo Stato, senza influenza sul debito“.
“Sulle accuse di Di Maio di stare vicino al Pd dico che non sta in piedi, non sono vicino a nessuno, sono un capo di governo che sta portando un programma di 29 punti, ho un rapporto più facile con il Movimento, ma non si può fare una comparazione. Il Pd lo sto conoscendo ora, è una stupidaggine dire che sul Mes sono più vicino al Pd, il Pd è arrivato adesso. Gualtieri su un percorso di 100 chilometri sta compiendo l’ultimo miglio“.
L’ultimo miglio di Gualtieri
Il ministro dell’Economia italiano, Roberto Gualtieri, grazie alle sue aderenze a Bruxelles sta cercando una via d’uscita per stemperare i toni che si sono creati in Italia per via dell’accordo sul Meccanismo europeo di stabilità.
Il ministro dell’Economia è conscio che il trattato non si può cambiare perchè ogni i modifica dovrebbe essere approvata dai diciannove Paesi membri. Anche perchè ad ogni richiesta di cambiamento dell’Italia ogni altro Paese potrebbe chiedere a sua volta altre modifiche, ingessando inevitabilmente l’inizio e gli effetti dell’accordo. L’unica cosa che può fare Gualtieri è lavorare di sponda su alcuni documenti collegati al trattato Mes che possono ancora essere modificati. In particolare, scrive il Corriere della Sera, gran parte delle critiche del M5S si sono fissate su certi impegni legali da annettere ai titoli di Stato per regolare la loro ristrutturazione se un Paese dichiara default. In particolare sono sott’accusa le clausole di azione collettiva «single limb».
Esse prevedono che la platea di tutti i creditori decida in un unico voto se accettare i termini di una ristrutturazione del debito offerta da uno Stato (per esempio, il governo si impegna a rimborsare il 90% invece del 100%). Qualora venga raggiunta una maggioranza di creditori che accettano l’offerta, con il «single limb» i nuovi termini di rimborso si applicano a tutti. M5S è contrario a questa declinazione perchè renderebbe un default più facile e dunque più probabile. In effetti prima dell’accordo sul Mes, vi erano clausole cosiddette «double limb» o a doppio voto: su una ristrutturazione i creditori di uno Stato si esprimono tutti insieme, ma anche i detentori di ogni serie di titoli separatamente. Con il «double limb» gli obbligazionisti di uno specifico bond possono rifiutare l’offerta di ristrutturazione di un governo e chiedere il rimborso completo tramite il tribunale.
Così come avvenuto in Argentina e Grecia. La perdita, precisa il Corriere della Sera deve dunque diventare più onerosa per gli altri obbligazionisti, perché lo Stato riduca abbastanza il suo debito. Bruxelles non riesce a spiegarsi come mai in Italia si sia esasperata la questione Mes visto che non rischia alcun default. Gualtieri però deve fare in fretta per salvare il Governo lavorando proprio nei documenti annessi al trattato Mes. L’ipotesi è di distinguere anche nel «single limb» alcune categorie di titoli di Stato che nel default subirebbero una sforbiciata minore. C’è l’idea per esempio di tutelare bond il cui rendimento è legato all’inflazione, come i Btp Italia. Gualtieri deve fare in fretta, come detto, perchè il Parlamento italiano l’11 dicembre prossimo dovrà dare mandato al governo per il vertice europeo di due giorni dopo.