(di Massimiliano D’Elia) Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ieri ha informato il Quirinale sull’esigenza di avviare un confronto tra le forze della maggioranza per fare chiarezza: “Servono franchezza e trasparenza“. La posizione del Colle è chiara, nessun cambio a ministeri di peso senza un passaggio parlamentare per saggiare l’esistenza della fiducia al governo. Ultima spiaggia, anticipare le elezioni già in primavera e prima del 3 agosto 2021, data in cui inizia il semestre bianco per il Presidente della Repubblica.
Alla fine Conte, pressato su più fronti farà quello che non avrebbe mai voluto fare, sentire i leader delle forze di maggioranza separatamente per poi programmare l’eventuale prosieguo della legislatura.
In vista del prossimo appuntamento con Conte il Pd è spaccato su due posizioni, quella che vuole effettuare piccoli ritocchi all’esecutivo e rivisitare il decreto sulla task force per la gestione del Recovery Fund e quella che vorrebbe un rimpasto più strutturato. Italia Viva di Matteo Renzi, almeno a parole, punterebbe ad un nuovo esecutivo sostituendo Conte con un nome di altissimo profilo, tipo Mario Draghi. In molti pensano, secondo un’indiscrezione della Repubblica, che Matteo Renzi stia puntando al ministero della Difesa per poter poi ambire ad essere nominato Segretario Generale della NATO.
Nei 5 Stelle le divisioni interne sono sempre più marcate tra chi vuole continuare con questo governo ad ogni costo e chi, invece, potrebbe addivenire ad un rimpasto “di peso” sacrificando qualche pedina pentastellata a favore del Pd.
Leggendo i vari quotidiani tante sono le congetture. C’è chi pensa ad una fibrillazione di Matteo Renzi sull’idea del premier di formare un partito di centro con i delusi di Pd, 5S e FI, vanificando così il progetto di Italia Viva. Altri sostengono che Pd e M5S vogliono commissariare Giuseppe Conte affibbiandoli due vice premier alle costole. Un modo gentile per toglierli anche la delega sui Servizi Segreti che il premier ha voluto tenere gelosamente arrogata a se durante i due suoi governi.
Il leader della Lega, Matteo Salvini si starebbe avvicinando all’altro Matteo per un governissimo con tutti dentro per poi votare quanto prima. Un modo per togliere subito dalla scena Giuseppe Conte, come noto da sempre inviso ai due Matteo.
Da qui l’altolà di Giorgia Meloni: “Mai con quelli lì”, riferendosi a Pd e 5S. Una situazione, quella che si sta creando, davvero imbarazzante per il nostro Paese alla luce della pandemia che non ha ancora allentato la presa, alla necessità di approvare la Legge di Bilancio e presentare progetti credibili per accedere ai fondi messi a disposizione dal Recovery Fund europeo. Non ultima l’attuazione del piano di distribuzione e somministrazione del vaccino anti-covid.
Una situazione generale che preoccupa e non poco il Quirinale. Conte a questo punto potrebbe anche avviare una crisi tecnica, dimettersi dopo aver già consolidato un Conte ter.
Al di là delle congetture Conte ascolterà i leader della maggioranza cercando di dare poi nuovo vigore all’azione di questo governo presentando nelle due Aule del Parlamento un nuovo programma che traghetti l’esecutivo fino al 2023, eliminando dalla scena ogni Task Force per il recovery plan. Il tutto dovrà essere però seguito dal voto di fiducia, un percorso quindi pieno di insidie specialmente al Senato dove la maggioranza a sostegno del governo è davvero risicata.
Il comune denominatore per tutti è che nessuno vuole andare alle elezioni in primavera in piena emergenza sanitaria, ma tutti, a parole, vogliono la testa del premier Conte. Vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà cercando di capire cosa c’è di vero nei tatticismi esasperati di alcuni leader politici, uno fra tutti Matteo Renzi.