(Francesco Matera) Il primo luglio toccherà alla Germania assumere la presidenza di turno dell’Unione Europea e Angela Merkel già inizia a dettare la linea da seguire per la crisi economica. Ha rilasciato una serie di interviste ad alcuni giornali dove ha detto: “Con il Mes e Sure, abbiamo creato gli strumenti che possono essere usati da tutti, non li abbiamo messi a disposizione perché restino inutilizzati”. Poi spiega che “il fondo di solidarietà non può risolvere tutti i problemi europei ma senza i problemi si aggraverebbero. Una disoccupazione troppo forte in un Paese può avere un effetto esplosivo, i pericoli per la democrazia sarebbero a quel punto davvero maggiori”.
A farle eco la presidente della Bce Christine Lagarde che ieri dal Northern Light Online Summit ha detto: “Il peggio è alle spalle, la risposta delle banche centrali alla crisi sarà imponente”. La Lagarde, poi, sul Recovery Program ha detto che secondo lei non si arriverà a un accordo finale al Consiglio europeo del 17 e 18 luglio.
L’incertezza dei fondi del Recovery Plan e l’invito della Merkel ad utilizzare i fondi del Mes e Sure hanno innervosito e non poco il presidente del Consiglio italiano, Conte che ha così replicato:“Non è cambiato nulla, rispetto le opinioni di Angela Merkel, ma a far di conti sono io, con il ministro Roberto Gualtieri, i ragionieri dello Stato e i ministri. Ci stiamo predisponendo per un Recovery plan italiano che presenteremo a settembre”.
Il 17 e 18 luglio ci sarà riunione del Consiglio europeo a Bruxelles, probabilmente prolungata a domenica 19 se non addirittura rinviata di un mese.
Nel frattempo il Fondo monetario internazionale prevede per il Pil dell’Eurozona un -10,2% e la Lagarde lancia la sua cura: ”Continueranno ad agire massicciamente e diligentemente, chiamatelo “whatever it takes” o chiamatelo usare tutti le leve a disposizione”.
In Italia, invece, si pensa di chiedere un ulteriore scostamento al bilancio, circa 20 miliardi, per continuare a garantire i sussidi alla disoccupazione e dare i fondi alle Regioni, circa 5 miliardi di euro. Ieri la ministra dell’Istruzione Azzolina ha ricevuto un miliardo di euro per la scuola, serviranno in parte per assumere 50mila insegnanti favorendo così l’incremento del debito italiano per il futuro, visto che il miliardo ricevuto non è strutturale ma “one shot”.
L’Italia deve puntare ad un piano B, ma anche C e non lasciare agli altri le sorti del nostro destino. Il Recovery Fund, legato al bilancio Ue 21-27, potrà dare i propri effetti non prima della prossima primavera, parliamo di quei 172 miliardi di euro che verrebbero concessi all’Italia in “tranches” secondo gli obiettivi raggiunti del “famoso” Piano che Conte presenterà a Bruxelles a settembre prossimo. Tempi lunghissimi per affrontare un disagio sociale che, di giorno in giorno, sta diventando sempre più palpabile. La strada maestra potrebbe essere quella di continuare ad emettere titoli di stato italiani, mettersi quindi nelle mani degli italiani. Una recente asta in pochi giorni ha fruttato alle casse del Mef ben 22 miliardi di euro. Secondo una stima Istat gli italiani avrebbero in banca una liquidità che supera i 1500 miliardi di euro. Emettere titoli di stato con tagli anche piccolissimi con un tasso vicino al 2 per cento detassandoli (ricetta presidente Consob Savona) darebbe risorse fresche allo Stato che provengono dagli italiani e che poi andranno agli italiani e non si disperderebbero all’estero, dove spesso gli speculatori le utilizzano per tendere sempre più il cappio al collo del nostro Paese.